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Il Polo: «Ciampi il miglior candidato possibile»

Il Polo: «Ciampi il miglior candidato possibile»

Adalberto Signore

da Roma

È prima mattina quando a casa di Gianni Letta arrivano alla spicciolata Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa. E per la prima volta dopo le elezioni fanno tutti insieme il punto della situazione.
Si parte dall’esito del voto, come è ovvio. E con il premier che ribadisce la sua amarezza per «un conteggio delle schede che è stato bulgaro». Eppoi, ricorda Berlusconi, mancano ancora all’appello i controlli sul voto del Senato e degli italiani all’estero. Insomma, è «un momento delicato e dobbiamo restare uniti». Così, si passa presto ad analizzare i prossimi passi della Casa delle libertà. Con Fini e Casini che nella sostanza concordano con il Cavaliere e sottolineano la necessità di «prendere insieme tutte le decisioni, in modo di dare un’immagine di compattezza della coalizione che possa presto diventare un valore aggiunto» rispetto all’Unione. Insomma, «niente personalismi» come nel caso della proposta di Grosse Koalition che aveva un po’ spiazzato sia An che l’Udc. A lungo, poi, viene analizzata la partita del Quirinale. E tutti concordano: «Ciampi è il miglior candidato possibile». Ma - è il ragionamento che si fa a casa Letta - «nessuno si metta a tirarlo per la giacchetta». Insomma, Ciampi resta senza alcun dubbio «la miglior figura di garanzia possibile».
Un discorso, quello del voto per il Quirinale, che si intreccia con un’eventuale apertura al dialogo tra centrodestra e Unione. Perché - e anche qui l’intesa è totale - «se vogliono un confronto allora deve iniziare subito e non quando fa comodo a loro». La linea è chiara: sì al dialogo, «ma a partire dalla presidenza delle Camere» e non solo sul Quirinale. Anche perché, si ripetono più volte i presenti, «se davvero vogliono andare alla scontro in Senato rischiano di vedersela brutta». Insomma, nell’elezione del presidente di Palazzo Madama la Casa delle libertà non esclude affatto colpi di scena. Così, in caso d’impasse, il centrodestra sta pensando anche all’eventualità di sostenere una candidatura di garanzia, magari di un senatore a vita (i nomi che circolano sono quelli di Giulio Andreotti e Francesco Cossiga, ma si parla anche di Clemente Mastella) su cui, andando avanti negli scrutini, potrebbe venirsi a creare una maggioranza trasversale.
Berlusconi, poi, affronta la questione del referendum confermativo sulla devoluzione (potrebbe essere il 18 o il 25 giugno). E incassa l’appoggio di Fini (An ha già costituito i comitati per il «sì») e un più blando sostegno da Casini (e proprio su questo punto, al Consiglio nazionale dell’Udc, oggi Cesa dovrebbe fare un intervento che i suoi collaboratori definiscono «articolato»). Si parla anche delle amministrative alle porte (il 28 maggio il primo turno). La chiusura della campagna elettorale sarà a Milano, con tutti i leader della Casa delle libertà. Compreso Umberto Bossi.

«Da domani - dice il premier - siamo di nuovo tutti in campagna elettorale».

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