da Roma
Il Senato respinge di un solo voto lordine del giorno Calderoli che censurava il viceministro Visco invitandolo «a comportamenti conseguenti» e sui senatori a vita si abbatte ancora una volta lira dellopposizione. Determinanti per la maggioranza, infatti, sono i «no» di Emilio Colombo e Rita Levi Montalcini e lastensione di Giulio Andreotti. E il centrodestra punta il dito contro chi, dice il capogruppo di Forza Italia al Senato Renato Schifani, «si è nuovamente assunto la responsabilità di salvare il governo Prodi pur non avendo un mandato elettorale». «Lennesima prova», aggiunge il presidente dei senatori leghisti Roberto Castelli, «che sarà un anno di difficoltà per la maggioranza». Tanto che il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli arriva a parlare di «vittoria» e guarda con fiducia alla Finanziaria che, dice, «nasce morta». Lo stesso ragionamento lo fa Altero Matteoli, capogruppo di An. «Il governo si è salvato grazie al soccorso determinante dei senatori a vita che hanno fatto la parte delle riserve, ma - dice - il baratro per Prodi e compagni savvicina». È daccordo Francesco Storace. Perché, spiega il leader della Destra, «il fatto che abbiano portato in aula i senatori a vita è la conferma che avevano paura».
LUdc, invece, punta il dito contro lItalia dei valori che dopo aver chiesto il dibattito sul caso Visco insieme al centrodestra ha deciso di non presentare mozioni e non votare quelle dellopposizione. «Oggi - dice il capogruppo Francesco DOnofrio - è il giorno della sconfitta del dipietrismo filo-grillino». E per la sua scelta lIdv «pagherà un prezzo politico». Concetto che il deputato di An Maurizio Gasparri sintetizza così: «Di Pietro si rivela il solito quaquaraquà». E il ministro delle Infrastrutture è vittima pure degli strali dei suoi colleghi di maggioranza. «Alla furia alla francesce lIdv ha fatto seguire la ritirata alla spagnola perché forse dovevano occuparsi di altre cose di giornata come larresto del capogruppo alla provincia di Genova», ironizza il capogruppo di Sinistra democratica Cesare Salvi. In controtendenza, invece, la lettura del presidente dei senatori di Rifondazione Giovanni Russo Spena secondo il quale «la maggioranza ne è uscita rafforzata dal Prc a Italia dei valori». Soddisfatta anche lUdeur, almeno a sentire il senatore Nuccio Cusumano.
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