Anna Maria Greco
da Roma
È corale il no della Casa delle libertà alle proposte di modifica dellUnione alla legge sul conflitto dinteressi. Se durissimi sono i toni di Forza Italia, che con Isabella Bertolini parla di «atto di delinquenza politica», altrettanto esplicito è il leader dellUdc Lorenzo Cesa che annuncia «battaglia» in Parlamento, mentre da An Altero Matteoli sostiene che il centrosinistra, diviso su tutto, «cerca un collante nellantiberlusconismo».
Non cè dubbio, per lopposizione, che lUnione voglia cambiare la legge Frattini innanzitutto per colpire il Cavaliere e le sue attività imprenditoriali, a cominciare da Mediaset. E il tutto è strettamente collegato alle sue bramosie di potere sulla Rai.
Perchè, invece di colpire Berlusconi, chiede il vicecoordinatore di Fi Fabrizio Cicchitto, la nuova legge non risolve il legame tra Ds e Lega delle Coop? Secondo lazzurro, lUnione consentirà alla Quercia di sfuggire a questo conflitto dinteressi, dimostrato anche «nei primi atti di governo del ministro Bersani, che ha privilegiato le cooperative per la vendita di medicinali». Mentre cerca di «inibire lattività di governo a chi svolge attività imprenditoriali e non intende abbandonarle». Così, dice Cicchitto, il centrosinistra si «toglie la maschera», con una «incredibile legge di stampo classista alla rovescia». Consiglia vivamente alla maggioranza di occuparsi di «temi più seri e rilevanti per la vita del Paese», il vicepresidente azzurro della Camera Giulio Tremonti. Vogliono impedire al leader della Cdl, aggiunge la Bertolini, di «difendere i diritti di più della metà degli italiani che rappresenta». E sarebbe «un attentato alla democrazia, alla Costituzione, alla libertà».
Anche i centristi, che recentemente si sono trovati di nuovo in attrito con Fi e il suo leader, sul rifiuto della modifica della legge Frattini sono categorici. «Se la maggioranza intende aprire una stagione punitiva nei confronti di Berlusconi e del gruppo Mediaset - avverte il segretario dellUdc, Cesa - troverà pane per i suoi denti». Ricorda che il suo partito non è stato «tenero» con il Cavaliere sul caso Santoro-Biagi, ma ora non permetterà che «Prodi metta le mani sulla Rai». Che l«inciucio» punti a rafforzare il potere del centrosinistra su Viale Mazzini, per Cesa è un sospetto fondato.
Ma ci sono anche motivazioni politiche. «Si vuole mettere il silenziatore alla Cdl» protesta Matteoli. Per lesponente di An la modifica della legge non è una priorità, anche perchè Berlusconi «non vince per quel che possiede», ma il centrosinistra ha bisogna ora di «un collante che la unifichi».
Il segretario della Democrazia cristiana, Gianfranco Rotondi, dice che il suo partito «difenderà senza se e senza ma il principio della libertà di mercato contro i soprusi dei sinistri», perchè questa e non altro deve decidere il futuro di Mediaset.
Il fatto che lUnione annunci una proposta governativa dopo quella parlamentare preoccupa lazzurro Francesco Nitto Palma.
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