Roma - Prima il pesante rimbrotto del magistrato, poi una lettera minatoria. Davvero una giornataccia per Vincenzo Visco: una busta con dentro una sua foto, insieme a dei pallini da caccia e a della polvere da sparo è stata recapitata alla sede dell’Agenzia delle entrate.
La Cdl lo attacca: adesso Visco se ne vada. Il viceministro dell’Economia, scrive il magistrato nella sua richiesta di archiviazione, ha tenuto una condotta «illegittima ma non illegale». Non finirà sotto processo, ma ce n’è abbastanza, sostiene Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia, perché lasci il suo posto: «La valutazione della Procura di Roma lo mette in una posizione assai imbarazzante, anzi insostenibile». «Le nostre critiche sono state autorevolmente suggellate - incalza Altero Matteoli -, Visco ha agito per favorire politicamente il suo partito e la sua coalizione a scapito dei cittadini. L’archiviazione politicamente non basta». Aggiunge Isabella Bertolini, vicecapogruppo Fi alla Camera: «Anche la magistratura conferma l’illegittimità del comportamento di Visco nella vicenda Speciale. La censura del Pm, sotto il profilo della responsabilità politica, è un vero e proprio macigno per lui. A questo punto sarebbe necessario un responsabile passo indietro attraverso immediate dimissioni».
Romano Prodi prende tempo. «Il governo - si legge in una nota di Palazzo Chigi - rispetta il lavoro della magistratura e, prima di esprimere un giudizio sul caso Speciale-Visco, attende le decisioni definitive». Intanto il viceministro ottiene la solidarietà, per quanto riguarda le minacce, da Anna Finocchiaro, capogruppo dell’Ulivo al Senato: «Lo invito a continuare la sua battaglia. Il suo impegno nella lotta all’evasione fiscale è prezioso per tutti gli italiani». Si associa Dario Franceschini, futuro numero due del Pd: «Visco è protagonista di un’importante iniziativa del governo per ripristinare la legalità. Spedire una lettera del genere è un gesto di violenza, che come tale va condannato da tutti».
Massimo Brutti, responsabile Giustizia dei Ds, lo difende anche sul resto: «Non conosciamo ancora il testo della richiesta di archiviazione. Quel che è certo è che non vi sia stato alcun reato. Ogni altra considerazione sui fatti che non riguardi l’accertamento di responsabilità penali esula dall’esercizio della giurisdizione.
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