Fabrizio de Feo
da Roma
È una tranquilla giornata di scontri e confronti parlamentari. Il dibattito va a corrente alternata con lopposizione che fa melina alla Camera ma dà battaglia (e vince) sulla norma che prevede la tracciabilità dei pagamenti ai professionisti, quello che qualcuno ha già ribattezzato «lemendamento Bancomat». Tutto secondo il copione di questi concitati giorni di Finanziaria, se non fosse che Vincenzo Visco decide di vestire i panni dellincendiario e di accendere la miccia.
«Ho fatto numerosi appelli allopposizione perché sullevasione fiscale ci fosse un impegno bipartisan, invece è da tre giorni che sento da parte dellopposizione unesplicita e spudorata difesa delle pratiche evasive» attacca il viceministro dellEconomia. È la scintilla che scatena la bagarre fuori e dentro laula di Montecitorio. Si sta affrontando la richiesta di Forza Italia - ma sposata con convinzione anche dallUdc - di sopprimere lobbligo di pagare le prestazioni professionali sopra i 100 euro con bancomat, carta di credito o assegni e non più in contanti. Mezzi di pagamento che lasciano una traccia e rendono così più difficile evadere le tasse. Lopposizione chiede di cancellare una norma che ritiene «iniqua e assurda». Un provvedimento bollato alla stregua di uno strumento vessatorio, soprattutto per gli anziani, che sarebbero obbligati a non pagare più con monete o carta e quindi a cambiare le loro abitudini. Senza contare il controllo dello Stato su tutte le movimentazioni di ogni singola persona e di ogni consumatore.
È il sottosegretario allEconomia, Alfiero Grandi, a tentare di confutare queste tesi attaccando la Cdl. «Si fanno carico di questa nobile e grande battaglia alcuni che - sostiene Grandi - sembrano più rappresentare il punto di vista dei professionisti abituati a non dare quella ricevuta che serve esattamente ad evadere o ad eludere le tasse». La vicenda si chiude con la riformulazione dellemendamento, dopo la decisione del relatore di accantonarlo, e lo slittamento di un anno per lentrata in vigore dei pagamenti «tracciabili». Una vittoria dellopposizione che raggiunge il suo obiettivo. Ma a fare discutere e scaldare gli animi è, come detto, il viceministro dellEconomia che, parlando in Transatlantico, attacca frontalmente la Cdl. Immediate scattano le reazioni dellopposizione: «Visco ha le allucinazioni, la lotta allevasione fiscale non può avere difensori in un Parlamento democratico. Siamo tutti contrari allevasione ma questo non può giustificare costi aggiuntivi per il cittadino» replica il leader dellUdc, Pier Ferdinando Casini, facendo riferimento allaggravio dei costi bancari che questo provvedimento farebbe scattare.
«Spudorato è Visco che non interviene in Aula, dimostrando disprezzo per il Parlamento, e rilascia fuori dallAula - fa notare lazzurro Elio Vito - vergognose dichiarazioni dimenticando che, proprio grazie alle misure adottate dal governo del centrodestra e non ai controlli stalinisti e coercitivi della sinistra, il governo Prodi si è trovato un bonus di maggiori entrate per oltre 10 miliardi di euro».
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