Il Polo sventa il blitz dell’Unione per il controllo di viale Mazzini

da Roma

Il blitz estivo dell’Unione per imporre la rimozione forzata del consigliere Rai, Angelo Maria Petroni, si risolve in un nulla di fatto, almeno per il momento. E una giornata segnata da attese, incertezze, frenate e accelerazioni produce alla fine un rinvio e una nuova convocazione del consiglio di amministrazione di Viale Mazzini, fissato per il prossimo 20 agosto.
L’infinita partita per il controllo del quartier generale del servizio pubblico radiotelevisivo inizia a mezzogiorno. La riunione del cda dura pochi minuti. I cinque consiglieri della Casa delle libertà, infatti, scelgono di non presentarsi e far mancare così il numero legale visto che all’interno della sala del settimo piano risultano presenti i soli Claudio Petruccioli (presidente), Sandro Curzi, Carlo Rognoni e, in collegamento da Catania, Nino Rizzo Nervo. Il Cda era stato convocato dall’azionista di maggioranza della Rai per la revoca di Petroni e la nomina di un nuovo amministratore. Il ministero dell’Economia aveva chiesto la riunione dopo la decisione del Consiglio di Stato di accogliere il ricorso del Consiglio dei ministri contro la decisione cautelare con la quale il Tar del Lazio aveva sospeso la richiesta di revocare la nomina del consigliere della Rai. «Il presidente ha riconvocato il cda per lunedì 20 agosto, alle 15, con lo stesso ordine del giorno: convocazione dell’assemblea degli azionisti, richiesta dall’azionista ministero del Tesoro con lettera del 2 agosto scorso. L’omessa convocazione dell’assemblea degli azionisti è punita con sanzioni amministrative a norma dell’articolo 263 del codice civile» comunica in serata l’ufficio stampa Rai.
È l’epilogo di una giornata durante la quale la tentazione di rischiare il tutto per tutto pur di ribaltare gli equilibri politici del cda si affaccia nella mente dei consiglieri vicini al centrosinistra. Alla fine, però, prevale la scelta di evitare di sancire una spaccatura all’interno del consiglio di amministrazione, delegando al collegio sindacale la convocazione dell’assemblea (un atto che equivarrebbe a una sorta di «auto-commissariamento» del cda). La decisione di ieri sposta comunque a settembre lo svolgimento dell’assemblea, visto che se il 20 ci sarà la convocazione, la riunione dei soci si potrà svolgere non prima di quindici giorni. La scelta di Petruccioli sarebbe anche motivata da alcuni pareri legali che avrebbero suggerito prudenza nel far convocare l’assemblea dai sindaci, pena la possibilità di impugnativa del provvedimento. Peraltro, con la nuova tempistica, si evita anche di procedere a un affondo così clamoroso in un periodo in cui non c’è possibilità di controllo immediato da parte della Vigilanza.
Alla fine i commenti dei protagonisti sono improntati a una moderata soddisfazione. Di «una scelta di saggezza» parla il consigliere Carlo Rognoni, vicino ai Ds: «Avevamo ricevuto una lettera della Vigilanza, una richiesta del Parlamento a non fare blitz estivi - spiega Rognoni - e i consiglieri, in parte, erano in vacanza. Anche se la legge consente ai sindaci di convocare comunque l’assemblea, abbiamo deciso di aspettare».

Mario Landolfi, presidente della Vigilanza, a sua volta prende atto e affila le armi: «Staremo a vedere cosa succederà il 20 agosto - spiega - ma comunque la commissione si riunirà per ascoltare sia Padoa-Schioppa che il presidente della Rai e successivamente per deliberare l’eventuale ricorso alla Corte Costituzionale in merito ai nostri poteri in questa vicenda».

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