Il Polo: «Unione al varco Sempre più alto il rischio di una crisi di governo»

Brunetta (Fi): «Dpef scritto su valutazioni errate». Matteoli (An): «Visco si crede Superman»

da Roma

Neanche il buon andamento delle entrate fiscali riesce nell’impresa di ricompattare l’opposizione. Così, nel giorno in cui Romano Prodi se la deve vedere con la sinistra radicale che chiede a gran voce una Finanziaria «più leggera», Forza Italia, An e Lega ribadiscono che il dato positivo sulle entrate tributarie «è merito della politica economica del precedente governo» e puntano il dito contro il premier, deciso a non fare alcuno «sconto» sulla manovra. L’Udc, come era già successo lunedì, preferisce invece la strada del silenzio.
Parla di «menzogne e falsità» l’eurodeputato azzurro Renato Brunetta. Che fa i conti: «Hanno abbozzato frettolosamente una manovrina correttiva inutile e hanno scritto un Dpef basandosi su valutazioni errate perché con un 2006 sotto controllo la Finanziaria per il 2007 da 35 miliardi di euro è totalmente fuori misura e depressiva». Secondo Brunetta, «15-20 miliardi» sarebbero sufficienti. Guarda avanti, al «film drammatico che andrà in onda in autunno», Renato Schifani. «Le scintille tra Prodi e i suoi alleati della sinistra estrema sulla Finanziaria - dice il presidente dei senatori di Forza Italia - sono solo un’anteprima». Sulla stessa linea Antonio Leone, vicecapogruppo azzurro alla Camera, secondo il quale «il forte incremento delle entrate rischia di trasformarsi nella classica mela avvelenata ed in una nuova mina vagante per l’Unione». Che, spiega, è divisa tra la sinistra radicale e l’ala riformista guidata dal ministro Padoa-Schioppa. Insomma, il vero banco di prova sarà la Finanziaria. Che, dice il segretario della Dc Gianfranco Rotondi, sarà «una vera e propria battaglia» con un «alto rischio» di crisi di governo. E pure l’azzurra Isabella Bertolini parla di «prove tecniche di combattimento» in vista della manovra». «L’unica cosa che riesce a fare Prodi - attacca - è mettere il cappello sui meriti altrui». Di «appropriazione indebita del governo» parla Alfredo Biondi, presidente del Consiglio nazionale di Forza Italia. Mentre l’azzurro Francesco Giro si affida al sarcasmo: «Se Prodi avesse un barlume di onestà intellettuale ci chiederebbe in prestito Tremonti».
Sulla stessa linea An. «Il forte aumento delle entrate - ribadisce il presidente dei senatori Altero Matteoli - è merito esclusivo della politica economica e fiscale del governo del centrodestra. Prodi e Visco si attribuiscono poteri sovrumani, battono persino Superman». Maurizio Gasparri, invece, punta il dito contro «il decreto Bersani-Visco che ha dato il via ad una campagna di autentica persecuzione fiscale». Fa i conti sui maggiori introiti fiscali Roberto Salerno. «Diciannove miliardi in più in cassa - spiega il deputato di An - equivalgono a una intera legge finanziaria».
Critiche anche dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.

Che, «nonostante la positiva sorpresa dell’aumento delle entrate», si aspetta comunque una Finanziaria «lacrime e sangue». La Cdl, dice, «ha fatto la formichina per cinque anni, ma oggi le cicale dell’Unione bruceranno tutto».

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