Il Polo con il Vaticano, ma l’estrema sinistra difende il provocatore

Forza Italia e An: "Il governo si dissoci e riferisca in Aula". Prodi minimizza: "Gesto da scriteriati". Boselli: "Niente caccia alle streghe"

Il Polo con il Vaticano, ma l’estrema sinistra difende il provocatore

Roma - Il governo riferisca subito in aula sulle frasi di Andrea Rivera a piazza San Giovanni. E soprattutto si dissoci. Lo hanno chiesto ieri sia Forza Italia che An, a proposito della polemica scoppiata intorno alle parole contro il Vaticano lanciate dal palco del Primo maggio dal conduttore. Parole come «la Chiesa non si è evoluta» e le accuse contro i funerali negati a Piergiorgio Welby proposte dall’ex artista di strada hanno creato intorno al concerto un nuovo conflitto tra maggioranza e opposizione sui rapporti con la Chiesa. Quelli di Rivera sono stati attacchi «gravissimi», ha sottolineato il capogruppo di Fi Elio Vito nella sua convocazione del governo. Gravi soprattutto perché «avvenivano proprio quando veniva minacciato il presidente della Cei», monsignor Bagnasco.

Mentre una parte della maggioranza minimizzava, Romano Prodi è stato costretto a intervenire quando le critiche hanno chiamato direttamente in causa il governo. E le sue parole sembrano una sconfessione del conduttore: «Gli scriteriati ci sono sempre - ha detto il premier - Ci sono sempre persone che usano linguaggi al di sopra delle righe. Chi ha buon senso lo usi, diceva sempre mia madre: cerchiamo di usarlo». Sono «mesi che si stanno alzando i toni», ha commentato ancora Prodi, «e credo che di questo il Paese non abbia bisogno. Abbiamo bisogno di serenità e questo è l’unico messaggio che va a tutti». Scaricato da Prodi, criticato dalla Cisl, di Rivera non vuol parlare neanche la Rai, e in particolare Rai Tre, che precisa di non avere «nessuna responsabilità» nella scelta dei conduttori, ma di occuparsi esclusivamente «della messa in onda».
Se Forza Italia ha chiesto al governo di riferire, critiche molto dure sono arrivate dal leader di An Gianfranco Fini: «Utilizzare il palco di una festa di lavoratori per una becera propaganda anticlericale mi sembra la dimostrazione del laicismo che c’è in Italia».
Le parole dal palco «erano concordate», si è giustificato però il conduttore. L’intento «non era quello di offendere alcuna persona o religione». La sua satira, ha chiarito, «vuole invitare a riflettere e non certo a creare un clima d’odio e di istigazione inutile e pericolosa come alcune trasmissioni giornalmente fanno».

Ma sono state durissime le parole del segretario, Raffaele Bonanni: «Valuteremo nei prossimi giorni, insieme a Cgil e Uil, se chiedere i danni a questa persona per aver leso, in qualche modo, l’immagine di tolleranza e di convivenza tipica del concerto del Primo maggio». Rivera, ha aggiunto Bonanni, «dovrebbe scusarsi subito con il Vaticano ma anche con i sindacati, perché ha usato impropriamente il concerto del Primo maggio come occasione di propaganda ideologica».
«Per me sovrano è il popolo, non gli autori del concerto», ha risposto successivamente Rivera dai microfoni di Radio Capital: «Voglio dare voce - ha ribadito - alla gente comune.
Ma l’ala cattolica della maggioranza lo ha attaccato con veemenza. Le cose dette «sono di un’indecenza incredibile», secondo il ministro della Giustizia Clemente Mastella. Il capogruppo dell’Udeur alla Camera Mauro Fabris parla di «farneticanti parole espresse da Andrea Rivera». Le frasi del conduttore, commenta Savino Pezzotta, ex segretario della Cisl e testimonial del Family day del 12 maggio a Roma, «feriscono i lavoratori cristiani che all’interno del mondo del lavoro rappresentano pure una fetta ragguardevole».
Ma la sinistra laica, radicali e Rifondazione difendono invece Rivera e criticano l’Osservatore Romano: poche «critiche ironiche e non certo insultanti», ha commentato il radicale Marco Cappato, «hanno scatenato il solito putiferio del festival clericale».

«L'Osservatore Romano sta veramente esagerando - ha polemizzato anche il capogruppo di Rifondazione al Senato Giovanni Russo Spena -. Tacciare di terrorismo la battuta di un comico significa aver perso completamente il senso delle proporzioni».

L’intervento del quotidiano del Vaticano «significa solo aprire una vera e propria caccia alle streghe, invocando di fatto la censura», ha sferzato il foglio della Santa Sede anche il segretario dello Sdi Enrico Boselli. «Inaccettabili» le parole dell’Osservatore, criticano i Verdi. «Si è perso il senso della misura», si associa il Pdci con il capogruppo Bino Sgobio.

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