«Podestà? Bugiardo, mentitore e incompetente». Filippo Penati perde le staffe e insulta Guido Podestà, candidato Pdl e Lega alla Provincia di Milano. È nervoso, linquilino uscente di Palazzo Isimbardi, «sono i suoi ultimi quindici giorni da presidente prima di finire allospizio del Pd con Prodi, Veltroni e compagni», commenta Matteo Salvini che sottoscrive la scelta di Guido Podestà di non replicare. Già, Podestà decide di non «scendere a una polemica di bassa lega» e di continuare a far parlare «i fatti»: «Il confronto con Penati è sui fatti e, lui, non ha fatto un chilometro di autostrade in cinque anni e, sempre lui, sul piano provinciale dei rifiuti è stato commissariato dalla Regione Lombardia».
Tutto vero, compreso il particolare che cinque anni fa, nel 2004, fece la campagna elettorale «promettendo labolizione del ticket sanitario pur sapendo che la Provincia non poteva farlo perché di competenza regionale», osserva Bruno Dapei (candidato al collegio Milano 1). Come dire: «Penati è un incompetente» ma anche un «bugiardo»: «Garantiva che il 50 per cento della sua giunta sarebbe stato in rosa mentre dopo aver girato assessori su assessori per evitare crisi di maggioranza ci sono solo quattro donne su sedici». Insomma, «Penati quando dà del bugiardo e dellimpostore se lo dice a uno specchio che cioè riflette la sua immagine».
Commenti ed esempi di malgoverno a parte, ecco lelenchino penatiano delle «bugie» made in Podestà: «Rifiuti, si rischia lemergenza», «La Provincia ha contrastato larrivo di Tem». Laccusa poi di «incompetente» è per aver suggerito per Expo «una legge speciale». Facile la replica per chi si è opposto nellaula di Palazzo Isimbardi ai «trucchi di Penati»: «Mente sapendo di mentire per nascondere anni di nulla, tranne dello spreco come i soldi pubblici utilizzati per una presunta campagna istituzionale» denuncia Giovanni De Nicola (Pdl). Chiaro a tutti, dunque, che «i presupposti per un confronto non ci sono», che «la risposta al dialogo aperto dal presidente Silvio Berlusconi sono gli insulti».
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