Polverini: «La sanità non può essere una torta da spartire»

È capito spesso, in questi ultimi giorni, che la candidata del centrodestra Renata Polverini venisse «bacchettata» per alcune uscite «fuori registro». Segno evidente che il cavallo è di razza e le briglie sono un fastidio. I risultati del sondaggio che pubblichiamo qui a fianco sembrano, però, dare ragione al segretario dell’Ugl. Ieri la Polverini non si è smentita e ha cantato nuovamente fuori dal coro. Parlando ai rappresentanti dell’Aiop (l’associazione che riunisce gli imprenditori della sanità privata), la candidata del centro-destra è tornata sullo spinoso argomento del futuro del San Giacomo. «Quell’immobile - commenta la Polverini - non può che essere destinato a ospitare un ospedale. Ho parlato con le persone che vivono intorno al San Giacomo, ma anche con la famiglia Salviati, proprietaria dell’immobile. Tutti concordi nel chiedere che quel vincolo sia mantenuto». Questa volta non sono gli alleati a farle notare la stecca, bensì un avversario agguerrito come il senatore Stefano Pedica dell’Italia dei valori. «Dopo l’apertura sulle coppie di fatto, disconosciuta da Pdl, Udc e La destra - afferma il segretario regionale dell’Idv - oggi la Polverini dichiara che il San Giacomo deve rimanere un ospedale. Qualcuno può spiegarle che solo pochi mesi fa Alemanno aveva appoggiato il progetto di riconversione del San Giacomo in centro sociosanitario proposto da Marrazzo, dichiarando l’adesione del Comune ad un piano regionale che pareva a suo avviso valido?»
È dura la vita del candidato che deve raccogliere consensi evitando le pur piccole stonature. La Polverini torna «intonata» solo quando visita l’ospedale di medicina sociale di Tor Bella Monaca. Una ribalta ideale per dichiarare senza tentennamenti: «Non voglio potenziare il privato. Al contrario voglio valorizzare tutto quello che funziona e che va nella direzione del miglior servizio per i cittadini». E poi il do di petto che strappa gli applausi: «Non voglio vedere la sanità come una torta da spartire ma come il principale servizio che la regione eroga». La candidata del centro-destra ricorda poi il caso del Santa Lucia. «Devono essere valorizzate le eccellenze e va riscritta una struttura territoriale diversa - spiega la Polverini -, garantendo tutti i servizi anche nel pubblico e soprattutto creando delle specificità: chi fa una cosa non ne può fare altre cento».


Se le si chiede cosa risponderebbe al governo che pretende il taglio di 800 posti letto nel Lazio, la Polverini non si fa trovare impreparata. «Non abbiamo niente da rispondere. Quel piano è frutto di un accordo tra governo e giunta Marrazzo. Una volta eletta chiederemo di rientrare con un piano diverso, rinegoziandolo».

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