Era quella dellex fidanzato la saliva trovata sul corpetto di Simonetta Cesaroni. Sua, come ha dimostrato mesi fa lanalisi del dna fatta dal Ris, quella traccia lasciata forse dopo un morso o un bacio. Una traccia che tuttavia non provava altro che un incontro tra i due, forse nemmeno quello stesso giorno in cui Simonetta fu uccisa. Ma è di ieri la notizia che il dna di Raniero Busco sarebbe anche compatibile con quello isolato dal sangue, misto a quello della fidanzata, trovato su una porta dellufficio teatro dellomicidio. Un nuovo indizio biologico dunque, riemerso a quasi 18 anni dallomicidio, che condurrebbe ancora allex fidanzato di Simonetta Cesaroni, uccisa a via Poma a Roma il 7 agosto 1990 con 29 coltellate.
La scoperta di questo ulteriore dettaglio è stata fatta dai carabinieri del Ris di Parma e lesame svolto dagli esperti dellArma si è concluso con unattribuzione del profilo genetico di Busco. Attribuzione questa ritenuta altamente probabile.
Per avere maggiori certezze sullesito dellesame, i pm Italo Ormanni e Roberto Cavallone si sono rivolti a unesperta spagnola, Maria Victoria Lareu Huidobro, docente di medicina legale delluniversità di Santiago di Compostela. I risultati della perizia, tuttavia, devono essere ancora consegnati.
Se grazie alle sofisticate tecniche di medicina forensese la nuova traccia biologica fosse attribuibile a un nome e un volto, questa consentirebbe di contestualizzare la presenza del probabile assassino sia temporalmente che spazialmente sulla scena del crimine. E cioè nellufficio di quel palazzo del quartiere Prati a Roma in un caldo pomeriggio di 18 anni fa.
Da sola, infatti, lanalisi del dna depositata nel settembre scorso sulle tracce di saliva trovate sul corpetto indossato da Simonetta non era sufficiente a collocare sulla scena del crimine Busco. Alla cui iscrizione nel registro degli indagati, insieme con una trentina di sospetti su cui hanno indagato il procuratore aggiunto di Roma Italo Ormanni e i sostituti Ilaria Calò e Roberto Cavallone, si giunse proprio dopo il deposito della perizia sul corpetto di Simonetta e le analisi fatte dal comandante del Ris, il colonnello Luciano Garofano.
«Ho parlato proprio oggi con i magistrati - ha detto lavvocato Lucio Molinaro, legale della famiglia Cesaroni - i quali mi hanno ribadito che non ci sono anticipazioni sul nuovo rapporto degli esperti e aggiungo purtroppo. Siamo quindi ancora una volta in attesa di un miracolo, di un dato certo che porti alla identificazione del killer di Simonetta».
«È assolutamente vergognosa la fuga di notizie che ancora una volta deve registrate questa vicenda. Non sappiamo nulla della consulenza.
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