«Per Pomigliano e Mirafiori Sacconi ha fatto il massimo»

nostro inviato a Balocco (Vercelli)

L’«americano» Sergio Marchionne, nel tenere a battesimo la gamma Jeep per l’Europa, ha rimarcato le continue difficoltà che Fiat incontra sul fronte Fabbrica Italia. «Nella battaglia per Pomigliano e Mirafiori - ha commentato - una parte del sindacato ci ha appoggiati, come Bonanni e Angeletti. Il governo ha fatto quello che poteva e il ministro Sacconi il massimo in quelle condizioni, cercando di inquadrare il discorso nella maniera giusta e in questo senso non siamo stati soli. È il sistema che continua a costringere Fiat a difendersi per questo piano».
Il passaggio ai difficli negoziati relativi alla Oag (l’impianto rilevato da Bertone) è immediato: «Abbiamo un contratto a Mirafiori e Pomigliano. Non possiamo creare due Stati nella Fiat. Bisogna trovare un accordo in pochi giorni o salta tutto». Giovedì azienda e sindacati (Fiom esclusa) faranno il punto. Potrebbe essere decisa la via del referendum. Stoccatina di Machionne, poi, alla luce di quanto sta accadendo su Parmalat: «Cerchiamo di incoraggiare investitori esteri che vengono in Italia, piuttosto che maltrattarli».
Dalle vicende italiane a quelle Usa. Nel presentare Grand Cherokee, Compass e Wrangler, la gamma Jeep per l’Europa, Marchionne ha detto che Fiat «salirà al 30% di Chrysler a giorni» (forse già da oggi), mentre per rilevare un altro 16% della casa Usa «useremo la cassa che abbiammo in bilancio». Per arrivare al 51%, però, il gruppo dovrà rimborsare il debito con i governi di Usa e Canada: 7 miliardi di dollari. Un flash anche sulle intenzioni di Luca di Montezemolo di scendere in politica: «È una sua scelta, ma quando ne parliamo gli dico di non farlo. Per la sua vita».

Da Milano, lo stesso Montezemolo ribadisce che una Ipo per Ferrari non è in vista, ma non conferma la valutazione di 5 miliardi che, secondo voci, Fiat avrebbe calcolato per il brand in caso di quotazione. «No, non mi torna, e il valore è la metà».

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