«Ma a Pomigliano la Fiom ha perso»

«Sono ormai anni che la Fiom, rifiutandosi di firmare, lucra sugli accordi siglati dalle altre organizzazioni sindacali. In pratica, rispetto ai successi chiari e responsabili, preferisce le onorevoli sconfitte». Lo dice il giuslavorista Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione lavoro della Camera, commentando con il Giornale gli sviluppi all’esito del referendum che ha visto i dipendenti Fiat di Pomigliano d’Arco pronunciarsi sul futuro della fabbrica Fiat (62% i sì alla volontà torinese di portare la nuova Panda in Campania). «Sono convinto - aggiunge Cazzola - che la ragione sta dalla parte di chi ha firmato l’intesa. In questi giorni c’è stata un’orgia di parole abusate e improprie che hanno fatto più male che bene alla situazione». E mentre si attende che torni a riunirsi il tavolo tra il Lingotto e i quattro sindacati che hanno appoggiato il progetto, il giuslavorista interviene sui punti dell’accordo contestati dalla Fiom dall’inizio alla fine.
Parliamo di diritto allo sciopero e possibili sanzioni al sindacato.
«Il paragone con la legge 146/90 dimostra quanto sia infondata la tesi della Fiom secondo cui viene violata la Costituzione in quanto si lede il diritto di sciopero. Tale legge dimostra che anche i lavoratori che operano nei servizi di pubblica utilità hanno limitazioni al diritto di sciopero, che si traducono pure in sanzioni disciplinari».
Quindi?
«Non si capisce perché viviamo con una legge che dispone del diritto di sciopero, mentre per Pomigliano ciò non si può applicare se non violando la Costituzione».
E poi c’è il capitolo «assenteismo anomalo».
«La situazione è chiara: l’assicurazione malattia interviene dal quarto giorno con un’indennità pari al 50% della retribuzione. I primi tre giorni li paga la ditta secondo contratto e nei giorni successivi sono previste le integrazioni delle aziende rispetto all’indennità Inps. La Fiat dice che in caso di assenteismo anomalo, verificato da una commissione paritetica, intende rivalersi sulle indennità economiche riconosciute per contratto».
Che cosa pensa dell’esito del referendum?
«È assurdo pensare che ha vinto chi ha perso; la Fiom, con il 38% dei consensi, viene fatta passare per vincitrice delle votazioni. Direi che è un’onorevole sconfitta, nel loro stile».
La Fiat come può evitare problemi una volta avviata la produzione della Panda? Si è parlato di possibili sabotaggi...
«La direzione ordina lo straordinario e chi non vuole farlo sciopera, coperto da Fiom e Cobas. È questo il giochino che Fiat e i sindacati che hanno firmato vogliono rompere. Gli impegni assunti nell’intesa collettiva valgono nei contratti individuali: ai lavoratori si applicano le norme sull’assenteismo e le sanzioni disciplinari previste».


Pomigliano avrà la Panda?
«Ci vuole coraggio a venire via da una Polonia dove l’ultimo sciopero è datato 1992 e approdare in una realtà come quella campana. Ma è una sfida alta, e Pomigliano diventa centrale per la multinazionale Fiat».
E «Fabbrica Italia»?
«È difficile per la Fiat tornare indietro».

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