Ponte Lambro, una rivoluzione contro il degrado

Era il luogo del degrado. Nell’immagine collettiva, il lato oscuro della città. Abbandono, spaccio e degrado. Era. Ponte Lambro inizia il suo percorso di rinascita. Venerdì, il sopralluogo nei fabbricati in fase di ristrutturazione, con il sottosegretario alle Infrastrutture Mario Mantovani («È stato fatto un lavoro straordinario») e l’assessore regionale alla Casa Mario Scotti. Tra pochi mesi, poi, cominceranno i lavori per dare un volto nuovo al quartiere. Tra i cinque e i dieci anni il tempo previsto per la consegna dell’opera. Duecentoquarantanove mila metri cubi di edilizia convenzionata, sovvenzionata, a locazione agevolata, temporanea (per studenti, professionisti, lavoratori stagionali), e libera. Quasi mille nuovi appartamenti (una cinquantina di questi sarà destinata alle forze dell’ordine) suddivisi in 24 edifici diversi per ospitare - è la previsione - tra le 3 e le 4mila persone. Ancora, 70mila metri quadri di verde e 40mila di parcheggi. Sono solo alcuno numeri della «rivoluzione» del nuovo Ponte Lambro.
Il progetto ridisegnerà l’area con asili, piccoli centri commerciali e negozi che - nell’intenzione dell’ideatore, l’architetto Maurizio De Caro - «potrebbero rappresentare le vecchie drogherie di un tempo». E poi i servizi pubblici di quartiere, le attrezzature per il tempo libero, bar e ristoranti. «È un’idea moderna di pianificazione - spiega ancora De Caro - che intende ribaltare il concetto di quartiere ghettizzante». Ponte Lambro, dunque, come uno dei nuovi centri della città.

Ad ovest, il nuovo insediamento «affaccerà» su Santa Giulia. Il quartiere modello (nonostante i ritardi nella realizzazione delle opere denunciati dai residenti) accanto a quello che era un quartiere marginale. Ma, appunto, era.

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