Pontebba, l’ex paese-caserma ora ha solo soldati in libera uscita

Pontebba, l’ex paese-caserma ora ha solo soldati in libera uscita

Nino Materi

La nuova Fortezza Bastiani è lassù a Pontebba, dove fino a qualche tempo fa si andava unicamente se si era un militare o un parente di un militare. Oggi i 1.500 abitanti di questo «avamposto» nel cuore carnico del Friuli più aspro, non sono altro che la trasfigurazione del tenente Drogo nella vana attesa di un attacco che non arriverà mai, proprio come nel «Deserto dei Tartari» di Dino Buzzati. Ormai la solennità dei «Lo giuro!» urlati nella piazza d’armi sotto l’occhio di fidanzate e genitori estasiati è solo un lontano ricordo.
Qui infatti le uniche stellette sopravvissute sono quelle della Guida Michelin assegnate a un paio di ottimi ristoranti della zona. I soldati, da razza egemone che erano, si sono trasformati in specie in via di estinzione. E se non fosse per gli alpini della gloriosa Brigata Julia, il bar in paese non saprebbe più a chi servire qualche bicchierino di grappa.
«Fino ai primi anni ’80 - racconta al Giornale il tenente Igor Piani - qui i militari erano più dei civili, un numero che negli anni è andato sempre più calando fino ad arrivare all’attuale minimo storico».
Nonostante ciò Pontebba resta il paese a più alta densità militare del Friuli (regione, a sua volta, con la maggiore percentuale soldatesca d’Italia). E non è un caso che proprio qui, tra i cortili della caserma-punitiva dove venivano rinchiusi i «nonni» più violenti, siano state registrate alcune scene del film Soldati, 365 giorni all’alba.
«Da circa un anno a Pontebba sono di stanza solo alpini volontari - aggiunge il tenente Piani -; lontanissimi i tempi in cui tra le strade del paese si sentivano i dialetti di tutta Italia. Tempi in cui non erano rare le situazione di tensione tra “borghesi” e giovani in divisa. Diversità che comunque non hanno impedito a molti di mettere su famiglia proprio tra queste montagne dove poi hanno continuato a vivere integrandosi perfettamente con la comunità locale».
Nella trattoria più vecchia del paese, un anziano ricorda con nostalgia i bei tempi: «Eravamo tutti più giovani, nel ’75 su 5mila abitanti, 3mila erano soldati. Chi stava qui era praticamente come in una “prigione”, Udine era infatti troppo lontana per andare e tornare nelle poche ore disponibili della libera uscita. Non restava che andare al bar e ubriacarsi. Da oggi hanno abolito la leva? Per noi non fa una grande differenza, di soldati non se ne vedono più da un pezzo. Se non fosse per gli alpini della Julia saremmo un paese fantasma».


Eppure, proprio ieri, il Paese ha avuto la sua inattesa «botta di vita»: in occasione della «celebrazione del ventennale di fondazione del Circolo Culturale Sirio», al Palaghiaccio è stata registrata una puntata della trasmissione tv «Colorado Cafè Live». Ad ammirare le gambe di Rossella Brescia, più che militari c’erano però arzilli vecchietti.

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