Andrea Tornielli
da Roma
«Noi non vediamo la corrente elettrica, eppure esiste e rende possibile il funzionamento di questo microfono... Ci sono tante cose che non vediamo ma che esistono e sono essenziali!». Usa questo esempio Papa Ratzinger per spiegare agli oltre centomila bambini che ieri hanno assistito alla sua lezione di catechismo il mistero della presenza reale del corpo e del sangue di Gesù nelleucarestia. Piazza San Pietro gremita come nelle migliori occasioni perché Benedetto XVI ha convocato i bambini che questanno hanno fatto la prima comunione. Lincontro, organizzato dal Vicariato di Roma e dalla Congregazione del clero, è cominciato con una festa: sul palco si sono alternati Paolo Meneguzzi, Amii Stewart, i ragazzi di Bucarest del clown Miloud e Lino Banfi, ambasciatore dellUnicef, molto acclamato come «nonno Libero» dai bambini.
La vera novità è però quanto è avvenuto dopo larrivo di Ratzinger, quando la festa si è trasformata in una lezione di catechismo, che lanziano Papa ha tenuto rispondendo alle domande di sette ragazzi, con lo stile che fu di Pio X agli inizi del secolo e poi di Giovanni Paolo I durante il suo breve pontificato. Sulla piazza è risuonata anche la voce di Papa Wojtyla, applauditissima: proprio lui aveva voluto che questanno fosse dedicato alleucarestia. «Caro Papa, che ricordo hai della tua prima comunione?», «mi devo confessare ogni volta anche se ripeto gli stessi peccati?», «Gesù è presente nelleucarestia ma come, se io non lo vedo?», «i miei genitori non mi accompagnano a messa, puoi dire loro una parola?»: queste alcune delle domande che sono state poste dai bambini. Ratzinger li ha ascoltati e ha risposto a braccio, usando parole molto semplici. «Noi facciamo le pulizie in casa ogni settimana, anche se la sporcizia è sempre la stessa - ha detto per spiegare limportanza della confessione - e lo facciamo perché se non puliamo la sporcizia si accumula. Con la confessione noi puliamo la nostra anima, ed è bene farlo regolarmente, per poter progredire e maturare». «Avevo nove anni, quando nel marzo 1936 ho fatto la prima comunione - ha ricordato Benedetto XVI - e quel giorno ho detto al Signore: io vorrei essere sempre con te. Grazie a Dio mi ha aiutato nelle situazioni difficili della vita. Spero che per tutti voi la prima comunione sia linizio di unamicizia con Gesù che duri tutta la vita». Al bambino che gli chiedeva come poteva essere presente Cristo nellostia, Ratzinger ha detto che facoltà come lintelligenza e la ragione, «non si vedono eppure esistono» e ha detto che nel caso delleucaristia la presenza si comprende dagli effetti: «Dove cè Gesù gli uomini diventano migliori».
Per spiegare a che cosa serve andare a messa, il Papa ha ricordato che «lassenza di Gesù è una lacuna fondamentale... Lo si può vedere nei Paesi dove governava lateismo come sono state distrutte le anime». Alla fine, Benedetto XVI ha spiegato che cosa significa «adorare»: «È dire: Gesù io sono tuo e di seguo, nella mia vita non vorrei mai perdere questa amicizia con te». Dopo il botta e risposta con i bambini, lincontro è culminato con ladorazione eucaristica. Un gesto inedito negli appuntamenti di questo tipo, che il Papa ha fortemente voluto per rendere evidente ciò che essenziale. Lo ha fatto anche a Colonia e ha voluto ripeterlo anche ieri sera. Mentre tutti erano inginocchiati verso lostia esposta sullaltare, i ragazzi si sono alternati nella lettura di preghiere. Una di queste recitava: «Ricordati di tutti i bambini e bambine del mondo che soffrono per la guerra, le malattie, la mancanza di cibo, di istruzione, di medicine e di affetto; rendi noi e i governanti del mondo sensibili alle loro necessità».
Un dato sorprendente è stata la capacità dei ragazzi di fare silenzio al momento delladorazione.
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