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Ponzoni dal magistrato: "Ecco la mia verità"

Il consigliere regionale è stato sentito su sua richiesta dai pm che lo accusano di bancarotta e corruzione. "Il crac della Pellicano? Da tempo non mi occupavo della società. La tangente? Mai fatte pressioni per i pgt"

Ponzoni dal magistrato: "Ecco la mia verità"

Il crac dell’immobiliare «Il Pellicano»? «La società era stata affidata a un amministratore, Sergio Pennati, che mi era stato presentato da una persona di assoluta fiducia. E a lui avevo dato carta bianca». Le presunte tangenti per modificare il piano del terrotorio nei comuni di Desio e Seregno? «Un’ipotesi assolutamentre destituita di fondamento. I pgt sono stati approvati senza alcuna ingerenza da parte mia». Al limite, «ho dato un segnale di indirizzo volto esclusivamente a favorire il tessuto della piccolo e media impresa sul territorio, in linea con gli indirizzi nazionali del partito». Tre ore di faccia a faccia, ieri pomeriggio, con i magistrati di Monza. Massimo Ponzoni - ex assessore all’Ambiente della Regione, nonché ex coordinatore del Pdl per Monza e Brianza - esce da un lungo interrogatorio in Procura. E si dice «sereno», e «contento di aver avuto la possibilità di chiarire la mia posizione». Davanti a lui, i pubblici ministeri Donata Costa e Giordano Baggio, che assieme al pm Walter Mapelli stanno da tempo indagando sul ruolo dell’ex assessore in una storia che intreccia interessi pubblici e privati. Da un lato, infatti, c’è l’accusa di bancarotta fraudolenta per il fallimento della sua società - divorata da un buco di 600mila euro -, dall’altro quella di corruzione. Secondo la Procura di Monza, infatti, Ponzoni avrebbe ricevuto 220mila euro da Filippo Duzioni (consulente per alcune società immobiliari e già collaboratore dell’ex assessore nella sfortunata avventura del «Pellicano») per ottenere il cambio di destinazione di terreni, da agricoli a edificabili, a Desio e Seregno. Su quei terreni, secondo l’accusa, avrebbe dovuto sorgere un centro commerciale. Le informative della Guardia di finanza di Paderno Dugnano - che sta indagando assieme ai colleghi del Nucleo di polizia tributaria di Milano - parlano di «operazioni poco trasparenti che attengono alla gestione della società “Piermarini&Co” e della “Immobiliare La Perla srl”». «Sfido chiunque - ribatte Ponzoni - a dire che ci siano stati atti di strumentalizzazione degli atti delle pubbliche amministrazioni. Il Comune di Seregno il Pgt non ce l’ha neppure, e quello di Desio è stato approvato al termine di un lungo iter che ha conivolto tutte le parti interessate, e sul quale non c’è stata alcuna ingerenza da parte mia. E nemmeno ho mai partecipato ad alcuna scelta amministrativa di carattere urbanistico». Quanto alle immobiliari, l’ex assessore ha voluto precisare che tutto era nelle mani di Pennati. «Da tempo - spiega Ponzoni ai pm - avevo smesso di gestire le società in prima persona. Tutte le operazioni contestate sono da attribuire a Pennati».
Era da maggio che Ponzoni - tramite i suoi legali, gli avvocati Luca Ricci e Sergio Spagnolo - chiedeva di essere sentito da pm. E questa volta, ha voluto iniziare il suo racconto dagli esordi. Da quando, cioè, ha fatto il suo ingresso in politica come enfant prodige del centrodestra, fino alla stagione più recente, fatta di successi elettorali in Brianza, di importanti incarichi al Pirellone, e di un ruolo di primo piano all’interno del partito in Lombardia. Ma anche di conoscenze chiaccherate, su cui stanno indagando i pm. Fino agli eventi degli ultimi mesi, quando - sotto i colpi delle inchieste della magistratura - ha dovuto fare più di un passo indietro. Ecco il cruccio.

«Da questa vicenda – conclude Ponzoni - ho subito un grosso danno sul piano politico e umano. Come ho dimostrato oggi ai magistrati, la mia attività politica nulla ha a che vedere con quanto mi è stato contestato, e sono profondamente dispiaciuto per la strumentalizzazione da più parti messa in atto».

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