La Popolare di Sondrio resterà autonoma Nel 2011 utili in crescita

BormioUn altro test sull’andamento del sistema bancario italiano nel 2010 si è avuto ieri all’assemblea della Banca popolare di Sondrio. Il responso è positivo per l’istituto presieduto da Piero Melazzini, ma conferma le difficoltà attraversate dall’intera industria del credito nell’ultimo anno: l’utile netto è stato di 135 milioni e agli oltre 169mila soci sarà distribuito un dividendo di 0,21 euro, perché parte dei profitti sono stati mesi a riserva. La solidità è infatti sempre stata una delle caratteristiche della Popolare di Sondrio: la banca è «ben patrimonializzata» e non ha al momento in vista alcun aumento di capitale, ha sottolineato Melazzini al termine dell’assemblea pur senza chiudere in prospettiva all’eventualità di ricorrere al mercato. Il banchiere ha poi rimarcato che la strategia resta quella di una crescita in autonomia e da compiersi per piccoli passi. Melazzini e il direttore generale Mario Alberto Pedranzini continueranno quindi a potenziare la presenza della banca sul territorio con aperture mirate, così come è accaduto anche nel 2010, quando sono state inaugurate 12 filiali in Lombardia, Liguria e Trentino portando il gruppo a un totale di 314 sportelli. L’altra priorità è poi la Svizzera, che la Sondrio presidia con la controllata «Suisse».
Quanto all’anno in corso, la banca si attende un risultato netto «in ulteriore miglioramento». Tale prospettiva è stata accolta favorevolmente dagli oltre 3.300 soci accorsi a Bormio per approvare il bilancio (5.150 voti espressi, deleghe incluse).

I soci hanno poi guardato con interesse all’attività svolta dalle consociate, che consentono alla Sondrio di offrire alla clientela una più ampia gamma di prodotti e servizi, e ciò di fronte a sofferenze che sono di entità molto ridotta rispetto alla media del settore. A conclusione dell’assemblea, il consiglio di amministrazione ha confermato all’unanimità Melazzini alla presidenza.

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