Al centro di una vicenda storica che ne lega a doppio filo il valore liturgico al ruolo sociale, la chiesa di Santa Maria della Carità a Brescia è pronta a tornare allantico splendore. Capofila della ristrutturazione, la Fondazione Cab che finanzia parte dellintervento e coordina la raccolta degli altri fondi necessari, coinvolgendo enti, istituzioni locali e gli stessi cittadini. Ai quali giunge linvito ad adottare una porzione del restauro, contribuendo a ricostruire e abbellire la propria chiesa. Eretta in origine nella prima metà del 500 e poi riedificata tra il 1640 e il 1655 su progetto dellarchitetto Agostino Avanzo, si sovrappose al precedente edificio mantenendo i due altari laterali e le relative pale. Nel 1726 iniziarono ulteriori interventi, di nuovo sostenuti economicamente dai bresciani, con la realizzazione di stucchi e decori, a partire dalle cornici sopra le porte interne della chiesa, dove alloggiare gli ovali coi quattro evangelisti che si devono ai pittori Bocchi, Avogadro, Tortelli e Paglia. Poi, il rivestimento ligneo della cappella lauretana, opera di Domenico Minossi, mentre Bernardino Bono fu incaricato di dipingere le lunette sotto la cupola con i principali episodi della vita della Madonna; la stessa cupola che nel corso del secolo venne affrescata da Ferdinando Cairo e Luigi Vernazal. Qualche anno dopo Enrico Albricci concluse i quattro affreschi dellordine superiore, mentre Alessandro Callegari e Antonio Ferretti completarono rispettivamente la statua dell'Angelo col giglio e dellAngelo con la Santa Casa, collocate ai fianchi della facciata.
Nel 1750 laltare maggiore venne ornato con la balaustra in marmo sostituendo la preesistente in ferro battuto, e lo stesso anno cominciò la posa dei raffinati e preziosi pavimenti marmorei.
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