Cultura e Spettacoli

Il popolo degli scrittori e la forza del cestino

Ida Omboni, La forza del cestino. Strafalcioni e perle degli aspiranti scrittori, Mondadori 1995, lire 25.000, 131 pagine.
Dal risvolto di copertina: «Gran parte di questi manoscritti prende la via ingloriosa del cestino. Ma non tutto è da buttare».
Pagina 100: «Piombò dentro come un meteorismo».
Pagina 87: «A sedici anni contrasse le prime amicizie».
Pagina 102: «Mi piacerebbe farmi una bella giacca coi calamari».
Pagina 35: «Il cielo divenne un pallido lenzuolo di stenti». «Una lassitudine dolcissima fioccava sulla vita».
Pagina 36: «Aveva le cosce simili a quelle di un grosso prosciutto».
Pagina 56: «L’aria della notte mi entrava fin nei polmoni». «Era un gigante per via di quel corpo enorme». «Alle quattro il cadavere era morto».
Pagina 57: «Di fronte a quella scena straziante ho pianto fino alle lacrime».
Pagina 63: «Daniela sciabolò le morbide cosce fuori dalla custodia delle mutande».
Pagina 64: «E tenendola per i gomiti le posò le mani con forza sui glutei».
Pagina 69: «E la guardava masticandosi i denti». «Prima di parlare vorrei dire una cosa».
Pagina 70: «Bagno e cucina erano piccoli, ma l’anticamera era più piccola di tutt’e due messi insieme».


Pagina 123: «Gettandogli uno sguardo acuto fin negli alveoli cerebrali attraverso la morbida iridescenza delle pupille castano chiaro».

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