Regista che si merita la Palma doro per i titoli più magniloquenti (Post tenebras lux era quello ieri in concorso, cinque anni fa Luce silenziosa, due anni prima Battaglia nel cielo, che si segnalò per una fellatio a tutto schermo), il messicano Carlos Reygadas è autore di un film dove la non messa a fuoco negli esterni è voluta, perché così «si trasforma la vita»; uno dei protagonisti si stacca letteralmente la testa con le mani, perché «in Messico è il sentimento di tutti di fronte alla situazione del Paese»; i ricchi non interagiscono con i poveri, «perché ci sarà sempre una battaglia per la reciproca sopraffazione».
Fra saune scambiste dove si parla in francese («pura immaginazione, non so se esistano in Messico»), mariti drogati di pornografia, gentili con i figli, crudeli con i cani, diavoli come cartoni animati che entrano e escono da case private («era un sogno che facevo da bambino e quello è lappartamento dove sono nato»), Post tenebras lux racconta di una famiglia borghese e agiata che lascia la città per andare a vivere in campagna.
Il rapporto con lambiente rurale, povero e più o meno socialmente tarato (ubriachezza, prostituzione, violenza) non funziona e il protagonista erotomane e poco animalista verrà ammazzato da uno dei suoi dipendenti. «Il titolo riassume ciò che lui, in punto di morte pensa, la possibilità finalmente di una pace in una vita, compresa la sua, dove tutto è violenza, nonostante leducazione e le buone intenzioni».
Nel film cè anche spazio per scene di una partita di rugby fra ragazzi (non è dato capire se un flash back del protagonista, o lidea dellesistenza come uno scontro fra squadre per la supremazia): quel che è certo è che rimanda al passato sportivo del regista, che fra le altre cose ha anche lavorato allOnu per poi darsi al cinema una volta letto il saggio di André Bazin, mostro sacro dei cinefili, dal titolo Queest-ce que le cinéma. «Il rugby - spiega - rappresenta comunque la voglia di fare sport che si ha da giovani, nonostante tutto, a dispetto di tutto».
Interpretato da Adolfo Jimenez e Natalia Acevedo, Post teenbras lux è secondo Reygadas, girato come «un quadro espressionista», non riproduce le cose, ma cerca di trasmettere le sensazioni. A chi della stampa confessa di non averci capito niente, replica di non preoccuparsi: «Va bene anche così».
SS