A Porretta tutti i colori del soul con McCracklin e Blues Brothers

Da giovedì a domenica la ventesima edizione. In scena Mack Rice e Booker T

da Milano

Dov’è la città italiana che ha una via intitolata a Otis Redding e un parco a Rufus Thomas? Porretta naturalmente, «che solo incidentalmente è in provincia di Bologna», come sostengono gli organizzatori dell’ormai leggendario Porretta Soul Festival, in scena per la ventesima volta da giovedì a domenica prossima.
È qui la festa per celebrare il mezzo secolo della Stax, l’etichetta simbolo del soul caratterizzata dalle dita che schioccano (dal grande hit dei Bar-Kays Soul Finger). L’etichetta fu fondata in Tennessee alla fine degli anni Cinquanta dal bancario e musicista country Jim Stewart e dalla moglie. In breve tempo si trasferì in un teatro di Memphis dove formò una impressionante scuderia fatta da Rufus Thomas e la figlia Carla, Steve Cropper, Donald «Duck» Dunn, Otis Redding, Wayne Jackson, Sam & Dave, Johnnie Taylor e via souleggiando. Sabato 21, per la celebrazione, sembrerà di essere nel cuore di Memphis con lo r’n’b tagliente di Booker T. e dei suoi MG’s (ovvero Memphis Group), storica band di casa Stax. I membri della Mg’s, soprattutto Steve Cropper, si sdoppieranno poi per vestire i panni dei Blues Brothers (Cropper, che ha collaborato a molti successi di Otis Redding, era il chitarrista originale nel film)per rinverdire i fasti di Belushi e co. Piatto forte della serata Jimmy McCracklin, 86enne cantante-pianista -predicatore e dominatore delle hit parade tanto con ballate blues e r’n’ b come Just Got To Know e My Answer quanto con brani giocosi quali The Walk. Domenica McCracklin replica nella serata «Rhythm & Blues Legends» insieme a Mack Rice (che coi Falcons compì il passaggio tra il gospel e il doo woop anni Cinquanta alla soul ballad del decennio successivo), l’ultima «hot mama» Sugar Pie DeSanto, Betty Harris ed altri.


L’apertura del Festival, giovedì, rende omaggio al «padrino del soul» con artisti di mezzo mondo che pagano il loro tributo a James Brown; venerdì incroci sonori ai confini della black music con la All Star Band di Austin DeLone, Toni Green, Ellis Hooks. Sempre domenica, per la chiusura, sin dal mattino concerti di artisti italiani (tra cui il critico Luciano Federighi)e finale all’antica con la «passeggiata sonora» di una marchin’ band francese.

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