«A Porta a porta adesso arriva il bello della diretta»

Vespa: «Matrix migliorerà. Ci contenderemo gli ospiti: vincere sarà difficile, al giovedì c’è anche Bonolis»

Paolo Scotti

da Roma

Non sarebbe stato necessario conoscere a fondo Bruno Vespa, per notare la tensione con cui, dietro i modi abitualmente rotondi e contegnosi, malcelava il proprio nervosismo. Quella di ieri a viale Mazzini, infatti, non era la presentazione della nuova edizione di Porta a porta - dal 12 di nuovo in onda per quattro seconde serate a settimana. Era, semmai, l’annuncio della sfida che - al lunedì e al mercoledì - opporrà lo stagionato Porta a porta al neo-concorrente Matrix. Ovvero il solido (per quanto nervoso) Vespa, all’aggressivo Enrico Mentana.
Sfida ovvia, attesa, inevitabile. Anzi: salutare. La concorrenza giova a tutti, l’ho sempre detto - considera lui con una signorilità di cui (si intuisce) farebbe volentieri a meno -. Se Canale 5 non avesse fatto il suo telegiornale, il Tg1 si sarebbe addormentato. Così ora che dovrà vedersela con Matrix, pur restando fedele a se stessa, Porta a porta dovrà migliorare». Primo segno del nervosismo che precede la battaglia: le batterie di Vespa spareranno in diretta. Esattamente come quelle del nemico. «Il che ci creerà dei problemi, soprattutto con gli ospiti, perché trattando gli stessi argomenti finiremmo per litigarceli. E perché con la differita registravamo spesso anche la puntata della sera dopo. Ora, a seconda delle urgenze, potremmo essere costretti a rimandare a casa ospiti nel frattempo divenuti inservibili». Ma non è l’organizzazione dello scontro, ciò che agita il generalissimo di Raiuno. Quanto, semmai, il numero dei cannoni a disposizione. «Per rilanciare il conflitto dopo aver perso pacchi di miliardi, Mediaset ha schierato in campo l’artiglieria pesante. Non solo Mentana al lunedì e mercoledì, ma anche Bonolis al giovedì. Avranno speso capitali. Mentre con Porta a porta la Rai risparmia un sacco di quattrini: costa un quinto di quel che rende». Eppoi c’è l’orgoglio del veterano che molte guerre ha già vinte: «Nessuno ricorda che ho già battuto Lerner, Minoli e Costanzo, per vent’anni dominatore della seconda serata e, dopo ventotto scontri in cui noi abbiamo fatto il 24,54 di share e lui il 15,31, costretto ad alzare bandiera bianca». Una sbirciatina alle trincee nemiche lui l’ha data («Sì, ho visto Matrix: è destinato a migliorare») ma, secondo la più elementare delle tattiche, le proprie munizioni non le scopre: «Come faccio a dirle di cosa s’occuperà la prima puntata? Lei sa quale notizia andrà in prima pagina sul suo giornale fra tre giorni?». Il campo di battaglia, in compenso, è risaputo: «Politica, cronaca, costume. Anche se oggi la politica tira meno. Ma è colpa della politica, non dei programmi d’informazione. Quest’anno, ad esempio, dovremo certamente occuparci della riforma elettorale: interessare il pubblico a faccende come il proporzionale sarà durissimo. Prevedo un bagno di sangue». Solo sugli ascolti di uno degli scontri si può fin d’ora essere tranquilli: quelli del duello Berlusconi-Prodi. Sempre che i due decidano di celebrarlo da Vespa, e non piuttosto da Mentana. «Non so chi fra noi sceglieranno - sorvola l’interessato (senza osar azzardare d’essere proprio lui quel “conduttore imparziale” che il premier ha chiesto come condicio sine qua non) -. Del resto parlarne è prematuro. Alle elezioni mancano ancora sette mesi».

Quanto ad una previsione sugli esiti dell’altro scontro, quello Vespa-Mentana, «vincere per noi sarà quasi impossibile - mette le mani avanti il generalissimo -. L’importante è non perdere. Se no ci si demoralizza. Ma anche non vincere. Se no ci si scarica».

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