A Porta Venezia le mele surreali di Vanni Viviani

A tre anni dalla scomparsa di Vanni Viviani, pittore e scultore, una mostra retrospettiva è stata inaugurata ieri nell’ex casello daziario di Porta Venezia, dove rimarrà fino al 27 dicembre. Sono esposte oltre 40 opere improntate ad un surrealismo che ha come simbolo principale la mela, intesa come frutto allusivo, erotico, fiabesco, e mitologico.
Viviani vi aggiunge anche riferimenti scientifici (Isaac Newton e l' ispirazione sulla legge di gravità, provocata dalla caduta di una mela dall' albero) ed eroici (la leggenda di Guglielmo Tell che per sfida colpì con una freccia una mela posta sulla testa del figlioletto). La mela compare nei dipinti di Viviani, ispirati anche a composizioni di grandi artisti del passato, da Caravaggio a Courbet a Duchamp.
Vanni Viviani (San Giacomo delle Segnate, Mantova 1937 - 2002) iniziò da giovanissimo l'attività artistica, centrata sulla figurazione pittorica, e scultorea, quest'ultima con terrecotte e gessi. Nel 1963 si trasferì a Parma, dove si segnalò per le sue prime opere dedicate al simbolico. Viviani inserì nelle sue opere le spighe e i pani come emblemi dei doni elargiti agli uomini. Espresse anche un’immersione nel mondo contadino legato alle proprie origini.

Utilizzò in particolare nelle sue opere l'oro e il bianco, colori mistici degli antichi.
Nell' 83 eseguì un ciclo di dieci grandi opere ispirate all' «Ultima Cena» Di Leonardo da Vinci ed esposto anche in Australia, ad Adelaide e Melbourne.

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