Rapporti

Portafogli, ok ancora le azioni ma con prudenza

Si guarda, in particolare, all'area euro e ai mercati emergenti. Interessanti, poi, yen e immobili

Ennio Montagnani

Il brusco aumento della volatilità registrato a febbraio sui mercati finanziari ha spaventato molti investitori, soprattutto quelli che si sono fatti trovare impreparati e troppo esposti alle componenti più rischiose (azioni, obbligazioni societarie, mercati emergenti). Alla luce di questo nuovo scenario di mercato, le grandi case d'investimento hanno subito adottato contromisure per irrobustire i portafogli e renderli meno esposti alle turbolenze di mercato. Credit Suisse, per esempio, ha modificato, a inizio febbraio, le scelte di portafoglio per includere sistematicamente nella componente a reddito fisso le obbligazioni indicizzate all'inflazione e quelle dei mercati emergenti in valuta locale. Per contro, ha provveduto a ridurre lievemente l'esposizione agli hedge fund e alle materie prime pur continuando a mantenere le partecipazioni in portafoglio dedicate agli altri asset di alternativi (immobiliari in particolare).

Le azioni sono rimaste invariate, ma è stato ridotto il rischio valutario associato coprendo sistematicamente i problemi di cambio delle azioni Usa. Il clima di incertezza a marzo è lievitato sulla scia delle tensioni tra gli Usa e i principali partner commerciali (dopo l'annuncio di Donald Trump dei dazi sull'import di acciaio e alluminio), con nuove ripercussioni sulle azioni.

Sussiste il rischio di una guerra commerciale in piena regola, ma non è l'ipotesi di base degli esperti di Credit Suiss che, al contrario, ritengono più probabile uno scenario nel quale le continue tensioni commerciali permangano su bassi livelli. Nel migliore dei casi, si potrebbe assistere a dei compromessi sotto forma di rinegoziazione degli accordi bilaterali o regionali. «Riteniamo tuttora che azioni e immobili debbano beneficiare più direttamente di una solida crescita e consideriamo i periodi di debolezza (ovvero di correzione) come opportunità di acquisto», commentano i professionisti di Credit Suisse, che, in ambito azionario, preferiscono i settori finanziario, tecnologico, dell'energia e delle telecomunicazioni. Le regioni favorite, invece, sono i mercati azionari sensibili alla crescita quali Eurozona e quelli emergenti. Sotto osservazione restano anche i cosiddetti supertrend (come, per esempio, invecchiamento della popolazione e sicurezza), nonché le società che beneficiano di operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni). Nell'immobiliare, i mercati più interessanti sono quelli con un solido potenziale di crescita degli utili a valutazioni ragionevoli, come Eurozona, Regno Unito e Singapore. In ambito valutario, il recupero della crescita economica globale rispetto agli Usa procede di pari passo con un dollaro relativamente debole. Alla luce di questa tendenza, i professionisti di Credit Suisse sono positivi sulla valuta unica europea e su quelle dei Paesi emergenti rispetto al biglietto verde. Anche lo yen è diventato interessante alle attuali valutazioni.

Infine, gli esperti di Crédit Suisse hanno un giudizio positivo sulle obbligazioni indicizzate all'inflazione che salgono quando i prezzi al consumo tendono ad anticipare i movimenti delle Banche centrali.

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