Porto, Merlo prende il timone e chiede i danni al «Vte»

Contri, Marchesiello e Russo in squadra col presidente Attesa per oggi la revoca degli arresti a Giovanni Novi

Porto, Merlo prende il timone  e chiede i danni al «Vte»

Il porto di Genova chiede i danni al Vte. E lo fa in forma ufficiale, con una lettera del presidente dell’Authority, Luigi Merlo, appena entrato in carica ma perfettamente in linea con quanto «minacciato» dal predecessore Giovanni Novi e dal comitato portuale appena si sono misurate le conseguenze disastrose del blocco del terminal di Prà-Voltri per l’«impazzimento» di Cosmos, il sistema di smistamento e controllo dei contenitori. La procedura innovativa, introdotta a inizio d’anno, nelle intenzioni dei top manager di Psa, la società concessionaria delle banchine, avrebbe dovuto risolvere i problemi di movimentazione dei carichi, compresa la disciplina dell’afflusso dei mezzi pesanti. Le conseguenze: code chilometriche ai varchi doganali e ripercussioni sulla circolazione nell’intero nodo di Genova, mentre i contenitori restavano fermi in banchina e i trasportatori venivano invitati a scegliere altre destinazioni. Con danni gravissimi all’economia: in prospettiva, 70 milioni di euro a carico del settore di spedizionieri, autotrasportatori e aziende di import-export, considerando anche le dichiarazioni del Vte che parlano di serie difficoltà fino al 18 febbraio, ma senza escludere ulteriori ritardi.
È in questo quadro che Merlo ha rotto gli indugi, inviando una lettera ai vertici del Voltri Terminal Europa che dà il via a una procedura di risarcimento prevista negli accordi tra Autorità portuale e Psa. L’entità dei danni non è ancora specificata dato che Palazzo San Giorgio, «darà corso a un accertamento sulla regolarità, l'efficienza e la sicurezza del servizio e a una puntuale verifica del rispetto delle clausole contenute nell’atto di concessione. Le risultanze della verifica saranno sottoposte all’esame della prossima riunione del Comitato portuale per il pronunciamento di merito». Il presidente dell’Authority (che intanto ha costituito una «squadra operativa di garanzia e supporto tecnico» chiamandone a far parte il giudice costituzionale Fernanda Contri, il presidente aggiunto della corte di Cassazione Michele Marchesiello e il dirigente del ministero delle Infrastrutture Tullio Russo) fa pesare anche il fatto che la situazione ha provocato e provoca conseguenze pessime per l’immagine del porto di Genova, oltre ai danni economici diretti derivanti dalla diminuzione del gettito fiscale per il calo dei traffici. Tanto più che gli altri terminal genovesi funzionano regolarmente. Intanto gli stessi operatori marittimi, l’associazione degli spedizionieri, i terminalisti hanno a loro volta annunciato la richiesta danni: una valanga di azioni legali (Confartigianato Trasporti annuncia la class action) che sta per rovesciarsi sul Vte in un momento già fin troppo delicato per la portualità genovese e ligure, investita dalla bufera giudiziaria del caso Novi-Multipurpose.

Proprio per questa mattina è attesa la decisione del gip Franca Borzone sulla richiesta di scarcerazione di Giovanni Novi, da una settimana agli arresti domiciliari con l’accusa di truffa aggravata, concussione e turbativa d’asta, a vario titolo con altri indagati, per la spartizione del terminal Multipurpose e per il versamento di 1,7 milioni alla compagnia Culmv del console Paride Batini.

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