Piuttosto che avere un crocifisso, appeso meglio far fuori anche Giorgio Napolitano. Niente simboli in aula, e pazienza se a rimetterci è il compagno Presidente. Porto Venere respinge, grazie alla ferma determinazione dei voti dei consiglieri cattolici che ingrossano le fila del Pd, la richiesta di dibattere le scelte politiche che riguardano il borgo in una sala che ricorda sia la valenza istituzionale, sia la tradizione storica e religiosa del Paese.
A denunciare quanto accaduto in Comune è proprio il consigliere che aveva provato a far piantare due chiodi in più alle pareti. Uno per reggere la fotografia del capo dello Stato, presente in tutti o quasi gli uffici pubblici, e uno per il crocifisso, immagine sacra la cui presenza in scuole, ospedali e luoghi pubblici è stata riconosciuta legittima da diverse sentenze della magistratura. Matteo Cozzani, consigliere comunale e coordinatore comunale di Forza Italia, si è visto però bocciare la mozione.
«Come gruppo consiliare di minoranza abbiamo presentato una mozione con la quale si chiedeva, all'amministrazione, di poter esporre nella sala consigliare sia la foto del presidente della Repubblica sia il crocifisso - conferma Cozzani - Pensavamo che non ci fosse nulla di male nell'esporre due simboli così rappresentativi per noi cittadini italiani. Invece la nostra mozione è stata respinta all'unanimità dai vari gruppi consiliari di maggioranza compreso quello del Partito Democratico, non per la foto di Napolitano ma bensì per il Crocifisso. E pensare che durante la campagna elettorale qui a Porto Venere molti ex democristiani vicini, anzi vicinissimi, alla chiesa avevano appoggiato la candidatura di questo sindaco. Come si sentiranno adesso? Si riconosceranno ancora in quelle persone che dicevano di rappresentare i loro valori e il loro credo?»
La preponderanza della componente più ideologizzata e vicina alla sinistra, nel Pd ha prevalso su quella più arrendevola che dice di ispirarsi ai valori cristiani ma poi non ne difende neppure i simboli. «Io personalmente - aggiunge Cozzani - mi sento molto amareggiato ed indignato.
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