Sondaggi confermati in Portogallo: nel Paese più povero dell’Europa occidentale il partito socialista del premier uscente José Socrates ha replicato la vittoria conseguita nel 2005. Il Psp ha ottenuto, secondo le proiezioni circa il 38% dei voti: un risultato lusinghiero, ma insufficiente per ripetere l’exploit che quattro anni fa gli aveva permesso di ottenere la maggioranza assoluta al Parlamento di Lisbona: Socrates, che non è riuscito a convincere i portoghesi a votare in massa (al contrario, il tasso d’astensione ha toccato il 40 per cento) dovrà così cercarsi dei partner politici per formare una coalizione di governo.
Un compito arduo, perché sia da sinistra sia da destra i partiti minori (che in Portogallo tanto minori non sono) hanno anticipato di volergli negare qualsiasi sostegno. Il rischio, assai concreto, è dunque che la forte dispersione di voti registrata ieri porti alla formazione di un esecutivo di minoranza condannato, per sua stessa natura, a essere debole e probabilmente ad avere vita breve.
La sua principale avversaria, la leader conservatrice (anche se il suo partito si chiama «socialdemocratico») Manuela Ferreira Leite, non è riuscita ad approfittare della grave crisi che attanaglia il Portogallo, un Paese dall’economia fragile dove il tasso di disoccupazione (prossimo al 10 per cento della forza-lavoro nazionale) ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi vent’anni: il suo partito, che rappresentava la vera alternativa a quello socialista, si è fermato al 28%.
In un Paese ancora legato ad antiche fedi ideologiche, hanno raccolto buoni risultati l’estrema sinistra del Bloco de Esquerda (11%), i comunisti-verdi (circa il 7%), mentre il partito di destra Cds, pur in crescita, non ha superato il 10% dei voti.
La campagna elettorale era stata, come è tradizione in Portogallo, molto accesa. In particolare l’aveva animata uno scandalo televisivo: la battagliera conduttrice di un notiziario che più volte aveva messo in difficoltà Socrates era stata allontanata dal suo posto alcune settimane fa.
Socrates, 52 anni, continua nonostante tutto a essere l’uomo politico più popolare del suo Paese. Ma il compito che lo attende dopo questa vittoria di Pirro potrebbe essere troppo duro anche per le sue capacità.
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