Le prime anticipazioni parlano di una raccolta 2008 delle Poste italiane migliore rispetto allanno precedente. Merito della tradizionale fiducia di cui godono i buoni fruttiferi postali (Bfp) anche se nel confronto coi titoli di Stato offrono generalmente un po meno (ma ora i buoni a 18 mesi hanno superato i Bot e i Ctz, che sono sotto il 2% netto). Una caratteristica molto apprezzata è la possibilità di vendita prima della scadenza, con la certezza di riavere sempre quantomeno il capitale investito e, a partire da un certo periodo (6, 12 o 18 mesi a seconda del buono), anche gli interessi. Un aspetto che li rende più flessibili e sicuri di qualsiasi altro strumento a reddito fisso, titoli di Stato compresi. Infatti, nel caso di un Btp, le cedole sono pagate ogni sei mesi o anno, ma il capitale nominale è garantito solo alla scadenza: in caso di vendita anticipata occorre mettere in conto i costi dellintermediario ma anche un prezzo di mercato che potrebbe essere sensibilmente inferiore al nominale. I Bfp «ordinari», invece, hanno una durata massima di venti anni. Per ciascun anno è fissato un tasso nominale che viene capitalizzato, in maniera composta, fino alla scadenza. Per quanto riguarda i costi, poi, il confronto depone a favore dei buoni postali.
I costi di acquisto (zero in Posta, fino allo 0,5% per i titoli di Stato) e quelli relativi al deposito titoli, non necessari per i Bfp. Inoltre è inferiore il taglio minimo: 250 euro per il Bfp (50 euro per i buoni dedicati ai minori) e mille euro per Bot e Btp.Poste Nella bufera torna di moda il risparmio «vecchio stile»
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