Cronache

Il postino della Cassarogna non suona neanche una volta

Neoassunto accantonava la corrispondenza diretta ai residenti del quartiere di Acqui Terme

Il postino della Cassarogna non suona neanche una volta

Due lettere, una cartolina, la bolletta del gas e della luce, o almeno uno di quei depliant pubblicitari che reclamizzano il tormentone «prendi tre e paghi due» e finiscono subito nel bidone della spazzatura. Insomma, qualcosa si trovava sempre nella cassetta della posta dei cittadini di Acqui Terme che abitano il quartiere Cassarogna, appena fuori dal centro. Poi, un bel giorno, improvvisamente, stop. Neanche un avviso di mancato recapito, che so?, di pacco in giacenza, di destinatario irreperibile. Ogni mattina, un’occhiata in cassetta, prima distratta, poi sempre più attenta, e perplessa, e preoccupata, e infine incavolata, ma non c’è verso che «quel vuoto» si riempia di qualcosa che assomiglia a una corrispondenza. Allora qualcuno degli acquesi di Cassarogna si è ingegnato a provare una specie di test: «Quasi quasi, mi spedisco io una lettera, al mio indirizzo. E vediamo quando mi arriva. Cioè: se mi arriva...». Infatti. La lettera parte, ma dopo una settimana, niente, la cassetta della posta è sempre desolatamente vuota. «Lo fanno apposta - ecco la spiegazione più naturale, che corre di bocca in bocca e diventa vera -. Funziona così: ti mando in ritardo la bolletta, i termini sono già scaduti, e così ti faccio pagare la mora. Fetentoni. Ma io non ci casco, figuriamoci se ci casco!».
Si mobilita anche il Comune, scrive lettere di fuoco, pretende soddisfazione. Finiscono sotto accusa, di volta in volta, Enel, Telecom, Roma ladrona, e naturalmente anche le Poste. Nessuno, invece, che pensi al postino. Che invece è proprio quello che c’entra, eccome, con questa storia di cassette vuote e «attributi» pieni. Il fatto è che il postino è entrato da poco in servizio, viene dal Sud, ha ritmi diversi, da andamento lento, ma soprattutto conosce, di Acqui Terme, solo la strada di casa e il deposito locale della corrispondenza. Il resto delle strade e piazze della ridente (finora) cittadina del Basso Piemonte gli rimane ancora un po’ oscuro. E così, per non fare sbagli, lui, il postino neoassunto, ma diligente, le lettere, le cartoline e le bollette del gas e della luce le mette da parte. Diligentemente, prudentemente, metodicamente, e - sia inteso - temporaneamente. «Il tempo di imparare lo stradario, non c’è fretta, l’importante è non fare sbagli e mettere la lettera di uno nella cassetta dell’altro». E se per un po’ non arriva la posta, in fondo si sta anche più tranquilli. «Dalle mie parti, almeno, funziona così». Peccato che i soliti incontentabili di Cassarogna l’abbiano presa male, tanto da rivolgersi alle Poste e chiedere spiegazioni e provvedimenti urgenti. Hanno ottenuto, per ora, solo una serie di scuse e di promesse: «Abbiate ancora un po’ di pazienza. Intanto proseguiamo col programma di formazione del portalettere che prevede, fra l’altro, l’adeguata conoscenza della toponomastica acquese, dei relativi indirizzi e numeri civici». In ogni caso, l’arretrato in giacenza verrà smaltito. Prima o poi. Più poi che prima, ragionevolmente. Ma l’importante è non fare confusione.

Anche a costo di fare casino.

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