Il bambino potrà chiamarsi «Dejhad», variazione dellarabo per «Jihad» (letteralmente sforzo, lotta, ma divenuto ormai sinonimo di Guerra santa): lo ha deciso un tribunale di Berlino, che ha confermato le sentenze a favore di due genitori che avevano incontrato lopposizione dellufficio anagrafe tedesco. Genitori che peraltro non sono propriamente «comuni». A portare avanti la battaglia per il nome, come racconta la Bild è il padre del piccolo: un predicatore islamico estremista, sospettato di essere coinvolto negli attentati di Bali del 2002.
La Corte superiore berlinese ha confermato così due sentenze di tribunali minori, spiegando che il nome è riconosciuto per i maschi nei Paesi di lingua araba. Le autorità dellufficio anagrafe avevano obiettato che il nome potrebbe danneggiare il bambino data lassociazione con il terrorismo islamico. Nella sua sentenza, la Corte ha spiegato che il significato del nome è radicato nella necessità di diffondere la fede musulmana, sebbene sia ormai associato, soprattutto dopo gli attacchi dell11 settembre 2001, allIslam radicale.
La singolare battaglia legale del predicatore - cittadino tedesco con origini egiziane - andava avanti da tre anni. A costringere Reda Seyam a rivolgersi al giudice era stato il senatore dellSpd Erhart Koerting, che aveva proibito la registrazione del bambino con il nome «Guerra Santa». Per la procura generale il 49enne Seyam sarebbe coinvolto negli attentati del 2002 sullisola indonesiana di Bali costati la vita a oltre 200 persone, per lo più turisti australiani. Sul tabloid tedesco, però, si legge che non esistono al momento prove per incriminare luomo.
Dopo 15 anni di matrimonio la sua prima moglie è entrata a far parte del programma di protezione dei testimoni della Bka, lequivalente tedesco dellFbi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.