Cultura e Spettacoli

Povera «Karenina» Il dramma diventa un circo equestre

A Modena spregiudicato allestimento di Nekrosius che uccide l’opera di Tolstoj. Una tediosa nonstop di cinque ore con banda, clown e acrobazie

Ci sono tre modi per rendere giustizia a ciò che avviene in scena nel lunghissimo e farraginoso spettacolo che Eimuntas Nekrosius ha tratto da Anna Karenina. Il primo è la semplice descrizione di ciò che vediamo in scena. Ossia un fondale semicircolare nero, forato da due aperture al di là delle quali si scorgono le ripide scale che, nei film dell'orrore, conducono alla stanza delle torture. È lì sopra che Dolly, sposa tradita del fratello di Anna, piange le sue lacrime mentre il fedifrago la carica in slitta aggiogando se stesso al posto della renna per farla ridere e farsi perdonare le corna. È lì sopra che inservienti, amici e nemici sballottando tamburi che si rivelano enormi orologi introducono l'arrivo di Anna che sfoggia lo stesso colbacco e il medesimo sorriso stereotipato di Lana Turner nella Vedova allegra. È lì sopra che la Karenina patetica e smilza di Mascia Musy seduce il fatuo Vronskij dell'inespressivo Paolo Mazzarelli per essere poi divorata da un signore in frac che, al posto dello sparato, sfoggia due lanternoni da Orient-Express.
Il secondo modo di far capire di cosa è fatto questo treno luccicante di trovate e trovatine è quello di descrivere il tedioso non-stop di cinque ore come l'Evento che si attendeva da secoli. Proclamando estasiati di aver assistito a un recupero critico del music-hall. Completo di bande, saltoni da clown e acrobazie che sottolineano l'infelice passione dell'eroina che, quando è in fregola, punta il ditino contro il mondo mentre, quando è abbattuta, dà l'impressione di tramutarsi in una pallina da golf.
Il terzo modo è quello di interrogarsi su quanto resta del gran libro di Tolstoj nello spregiudicato allestimento del Genio Lituano. Che ha trasformato un trattato sull'elevazione dell'uomo al di sopra delle passioni in un succedaneo del circo equestre fatta salva la bellissima sequenza del matrimonio di Levin, il solo personaggio sfuggito al gioco al massacro per merito di un eccellente Paolo Pierobon. A questo punto chiederete qual è la scelta che ho adottato, ma salomonicamente non ve la dirò. Limitandomi a mettervi in guardia se vi tramuterete in spettatori di questa melassa italoslava farcita di troppe e maldestre intenzioni. Dato che il megashow dura ben cinque ore dove, tra cachinni e salti in lungo, c'è ben poco da divertirsi.

ANNA KARENINA - di Tolstoj Regia di Eimuntas Nekrosius.

ERT teatri, con Mascia Musy. Modena, Teatro Storchi, poi in tournée

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