«Voglio restare al Chelsea altri dieci anni». Carlo Ancelotti ha un modo soave per esorcizzare le difficoltà. Specie se queste gli arrivano direttamente dal fronte interno, da Abramovich cioè, e non dai tablopid scatenati dopo che il Chelsea ha infilato una serie di risultati negativi. «Mi sento a mio agio, la squadra sta andando nella direzione giusta,k c'è grande fiducia. E mi chiedo: perchè non dovrei restare qui altri dieci anni dopo aver vinto i trofei dell'anno scorso?» la seconda parte dell'intervento di Carletto.
Che in effetti è stato circondato da Abramovich. Gli ha tolto il suo braccio destro, Ray Wilkhins, che era il suo interpete e collaboratore principale, ha licenziato in tronco Arnesen, che era il ds e gli ha tolto quindi il collegamento con la società. Nel frattempo il tecnico ha dovuto fare i conti con una serie di infortuni cui ha parzialmente rimediato con una rosa che è rimasta quella dei tempi di Mourinho. Pochissimi infatti i ritocchi effettuati sul mercato poichè da due anni il patron del Chelsea ha inaugurato la politica del risparmio rinunciando ai grandi colpi cui aveva abituato allenatori e tifosi in particolare.
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