Pozzetto: a dieta in tv invece che in clinica

da Milano

«Se anche Rosy Bindi perde dieci chili, non credo possa cambiare più di tanto». Renato Pozzetto sorride divertito all’idea di un reality sui ciccioni. Sono passati vent’anni da quando, nel 1986, recitò in Sette chili in sette giorni, in coppia con Carlo Verdone. Una commedia divertente il cui titolo è ormai diventato un modo di dire, antesignano, in un certo senso, di questa smania della magrezza a tutti i costi.
In Sette chili in sette giorni Pozzetto e Verdone sono due laureati in medicina poco competenti ridotti a fare lavoretti umilianti e poco retribuiti. Per iniziare a guadagnare, decidono di mettere su una casa di cura per obesi in un casale, assicurando il dimagrimento agli ospiti (una quindicina fra signore, ragazzini e persino un cardinale) con una dieta a base di un intruglio verdastro di aspetto più che dubbio. Il tempo passa tra corse sfibranti, ginnastica, piatti vuoti e gli immaginabili tormenti e borbottii dei clienti. Quando la truffa diventa evidente i due decidono di cambiare attività, trasformando il casale nella trattoria Ai due porconi. «Negli anni Ottanta in Italia non si parlava di anoressia ma stava esplodendo la moda delle cliniche per dimagrire. E molte si rivelavano una truffa», spiega Pozzetto. Per anni testimonial di una famosa colomba pasquale, sostiene di avere un rapporto sereno con la bilancia (nonostante figuri tra i vip «famosi e formosi» del sito internet www.wlaciccia.it): «Non so perché alcune persone ingrassino a dismisura. Io anche sono goloso ma quando c’è in gioco la salute cerco di calmarmi». Dopo un’assenza di dieci anni, Pozzetto sta per tornare al cinema con il film Una donna su misura, in coppia con Cochi Ponzoni. Casualità, la scena iniziale è girata in un ristorante. Pozzetto interpreta un uomo tranquillo che, lasciato dalla moglie, va ad affogare nel cibo le sue pene d’amore. «Ma viene individuato dai responsabili di una società che sperimenta nel campo della creazione di essere umani. Gli propongono di fabbricargli una compagna su misura, lui accetta, la vorrà bellissima e innamoratissima, ma poi inizieranno i problemi... ».

Il soggetto è tratto da un libro dello psichiatra Vittorino Andreoli. «È un racconto surreale, vicino alle corde mie e di Cochi, ma dopo tanti film sperimentiamo un modo insolito di raccontare. Ci siamo anche iscritti al Festival di Roma. Speriamo di essere selezionati».

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