Paolo Stefanato
da Milano
Il processo di trasformazione dellAnas è cominciato nel 2003, con la modifica da ente pubblico economico in società per azioni. Ora lazienda, divenuta un soggetto privatistico a tutti gli effetti, si appresta a cambiare radicalmente pelle con un nuovo sistema di costi e ricavi e ladozione di un concetto finora sconosciuto, quello del rischio di impresa. Il presidente dellAnas, Vicenzo Pozzi, ieri ha illustrato il nuovo modello della società alle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera. Lassemblea degli azionisti (Tesoro al 100%), in programma per il pomeriggio, è invece slittata a martedì prossimo.
Che cosa cambierà, ingegner Pozzi?
«Sarà una rivoluzione copernicana».
In che senso?
«Oggi lAnas acquisisce risorse dallo Stato, sotto forma di trasferimenti, con le quali provvede a realizzare opere, a mantenere quelle esistenti e a spesare i propri costi di funzionamento. LAnas propone un piano di investimenti, lo Stato decide quali realizzare, dispone i finanziamenti e lAnas esegue».
Finora è così. E domani che cosa cambierà?
«Sarà diverso il modello. Lo Stato riconoscerà un pedaggio ormbra per i tratti di rete di competenza. A fronte di questi ricavi variabili la società si accollerà i costi di manutenzione, di miglioramento, sicurezza, segnaletica e quantaltro. Si assumerà un rischio, perché a più traffico corrisponderanno più ricavi, venendo così incentivata a dare il miglior servizio agli utenti».
Che cosè il pedaggio ombra? Si pagheranno le statali?
«No, la circolazione resterà libera. È il modo, calcolato sui passaggi, attraverso il quale lo Stato pagherà i nostri servizi, in base a un contratto».
Già lo Stato pagava...
«Cambia lapproccio, la formula. Non più trasferimenti dal bilancio dello Stato a quello dellazienda, ma pagamento di servizi effettuati a una società di natura privatistica».
Quando saranno avviati questi nuovi meccanismi?
«Non sono io a doverlo dire. Il modello è stato recepito nel Documento di programmazione economico finanziaria e per essere operativo deve diventare legge. La via più naturale potrebbe essere la legge finanziaria, ma potrebbero essere imboccati anche percorsi più brevi».
Lo ritiene probabile?
«Diciamo che lo affermo a ragion veduta».
Voi gestite 22mila chilometri di strade statali. Il sistema del pedaggio ombra varrà per tutta la rete?
«No. Solo per la parte dinteresse economico, circa 8.500 chilometri. Il resto è socialmente utile ma non ha un traffico in grado di sostenere questo sistema».
Ma voi pagherete lo Stato per gestire la rete?
«Saremo concessionari della parte di rete che si deciderà. E il canone di concessione che verseremo sarà una voce di entrata per il bilancio statale».
Lo scopo di tutto questo è di sottrarre il bilancio dellAnas al perimetro della Pubblica amministrazione, che ha impatto sui parametri europei
«Seguiamo le regole dettate da Eurostat. E il vantaggio per lo Stato è evidente, perché così si massimizza la leva finanziaria».
Cioè?
«Il contratto per i pedaggi sarà pluriennale. Poniamo, 1 euro allanno per 35 anni. Fa 35 euro.
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