Prada in Borsa con lo «sconto» Miuccia incassa 900 milioni

Ci siamo: a dieci anni esatti dal primo progetto di quotazione, Prada va finalmente in Borsa. Tante cose sono cambiate da allora, a cominciare dalla piazza scelta: non più Milano ma Hong Kong. E questo dice molto di quanto la Cina - e l’Asia in generale - pesi sulle vendite del lusso: non a caso il gruppo guidato, oggi come allora, da Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, ha deciso che, su 80 nuovi negozi previsti entro fine 2012, 25 saranno nell’area Asia Pacifico. Cioè il suo mercato più importante, dove il fatturato nel 2010 è cresciuto del 48,7%, per un totale di 645,7 milioni di euro: quasi un terzo degli oltre due miliardi di euro totali.
L’operazione di quotazione vale 2,1 miliardi di dollari americani, circa 1,4 miliardi di euro. Di questi, 900 milioni circa andranno alla famiglia Prada che scende dal 94,9% all’80%; circa 300 milioni a Intesa San Paolo che scenderebbe dal 5,1% all’1% circa, mentre nelle casse della società resteranno 211 milioni di euro. L’offerta (intorno al 20% del capitale) è composta per il 14% da azioni rivenienti da un aumento di capitale, mentre il restante 86% è rappresentato da titoli messi in vendita dagli attuali azionisti, ovvero Prada Holding (72% dei titoli ceduti) e Intesa Sanpaolo.
Alla fine, dunque, Prada ha dovuto ridimensionare le attese e fissare il prezzo delle azioni a 39,5 dollari di Hong Kong, cioè nella parte bassa della forchetta, già accorciata negli ultimi giorni a 39,5-42,25 dollari, contro i 36,5-48 inizialmente ipotizzati, che avrebbero consentito un incasso di 2,6 miliardi di dollari Usa.
Si è voluta fare un’operazione «importante, trasparente e market friendly»: così fonti vicine all’operazione hanno spiegato l’abbassamento del prezzo, sottolineando la scelta di riservare il 90% dell’offerta agli investitori istituzionali, che l’hanno coperta tre volte, ma sorvolando sullo scarso entusiasmo dei risparmiatori cinesi all’idea di pagare le tasse italiane sulle plusvalenze e sui dividendi.
Comunque, si tratta pur sempre della più importante Ipo del 2011 per il listino asiatico e per il settore lusso in generale: Prada viene valorizzata 12,7 miliardi di dollari, cioè 9 miliardi di euro, una cifra considerata «importante» da fonti vicine all’operazione, pari a circa 24 volte l’utile stimato del 2011 contro i 16-18 della media dei competitori. D’altra parte forzare il prezzo sarebbe stato difficile, alla luce delle difficoltà che stanno attraversando tutte le Borse in questo momento: e Hong Kong non fa eccezione.


Piazza Affari, intanto, aspetta di vedere sfilare Salvatore Ferragamo: il debutto è previsto per il 29 giugno, ma già si parla dei futuri dividendi, che si prospettano piuttosto generosi, alla luce della solidità finanziaria della maison fiorentina. Il presidente, Ferruccio Ferragamo, durante la presentazione dell’Ipo ha infatti ipotizzato di distribuire nel 2012 una cedola intorno al 40-50% dell’utile netto realizzato nell’anno in corso.

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