Prada, è giallo sull’ingresso fino al 20% di nuovi soci

La famiglia Prada studia l’apertura del 20% circa del capitale a nuovi soci. Lo scrive Radiocor, secondo cui sono già avvenuti contatti preliminari con investitori e fondi sovrani, ma l’ad Patrizio Bertelli non ha ancora affidato il mandato a una banca. Peraltro, la società ha telefonicamente smentito che allo stato vi siano «trattative e incontri». Prima dell’estate Prada ha raggiunto un accordo che ha definito nuove scadenze del debito e, osserva un portavoce, non ha quindi particolare urgenza di far affluire mezzi freschi.
In agosto, invece, la griffe milanese aveva ammesso il «corteggiamento» da parte di investitori istituzionali, pur smentendo le indiscrezioni di stampa a proposito di trattative con la Qatar Investment Authority, il fondo sovrano del Qatar. A frenare i colloqui sarebbe il problema delle valutazioni: data la crisi gli investitori valutano i gruppi di moda a multipli più ridotti rispetto alla famiglia.
Quanto all’accordo siglato dal gruppo la scorsa estate per allungare al 2012 le scadenze con gli istituti finanziatori, l’intesa, secondo indiscrezioni trapelate da fonti prossime alle trattative, riguarderebbe il pagamento di 450 milioni di euro, di cui 100 in scadenza lo scorso luglio e 350 nel luglio 2010. La posizione finanziaria resta tuttavia impegnativa, sia a livello di spa che della controllante Prada Bv, che a sua volta fa capo per il 100% alla lussemburghese Gipafin. La fotografia che emerge dall’ultimo bilancio - al 31 gennaio 2008 - della società olandese, a cui fa capo il 94,89% dell’azienda di moda, è di un debito di gruppo di 1.175,1 milioni, per 666 milioni in capo a Prada Bv, secondo quanto afferma Radiocor. Il documento segnala anche che, a quella data, «oltre il 70% delle azioni» della spa era in pegno agli istituti di credito e indica le stringenti condizioni garantite alle banche finanziatrici nel caso di collocamento in Borsa, ancora più onerose se l’operazione non avverrà entro il 2010.


Sempre in caso di quotazione, Intesasanpaolo «ha il diritto prioritario di vendere le proprie azioni Prada spa (5,11%) con un rendimento totale garantito del 18%. Tale garanzia può essere pagata in azioni Prada o in cash».
Nel 2006 Intesasanpaolo aveva acquistato la propria quota pagando 100 milioni di euro.

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