Prandelli: «Da domani vedrete l’Italia di Pepito»

Le divisioni sul contratto collettivo con il rischio di uno sciopero, i veleni per la recente appendice di Calciopoli, la rescissione europea che colpisce il nostro paese e di conseguenza il nostro calcio, con l’allarme lanciato da Galliani sul ristorante Italia diventato pizzeria. «Bisogna ascoltarlo tutti», dice Cesare Prandelli che ritrova la Nazionale due mesi dopo il brutto ko con l’Eire del Trap in un ambiente non certo favorevole. In più, il ct si ritrova nel mezzo di una bislacca polemica a distanza con la Fiorentina: «Il loro fastidio per il mio incontro con i tifosi a Coverciano è una bischerata, mi hanno solo consegnato un tapiro viola per aver perso a golf con Antognoni. Nessun contrasto con la mia ex società».
Intanto fa sua proprio l’idea di Diego Della Valle: «Serve un tavolo per chiudere il capitolo doloroso di Calciopoli, dopo cinque anni c’è ancora tanta violenza psicologica. Avverto un clima pericoloso». Ma il clima è surriscaldato anche sul fronte campionato, Prandelli sa cosa vorrebbe dire rinviare la partenza della serie A, anche alla luce delle importanti sfide di qualificazione europea. Tanto che è pronto a difendere i calciatori italiani dall’accusa di essere una casta che usa strumenti sindacali inappropriati. «Si dice subito “i miliardari incrociano le braccia“: ma i calciatori sono privilegiati che sanno di esserlo e ci mettono la faccia per chi quei diritti non li ha. Basta dialogare e l’intesa arriverà».
Un contesto difficile alla vigilia della «scivolosa» amichevole di mezza estate con i campioni del mondo. Lo stato di forma di tanti azzurri è ancora precario e il differenziale degli indici calcistici è nettamente a favore della Spagna, accomunata all’Italia solo per la crisi economica. «Sono davvero curioso di vedere quale è la distanza tra loro e noi - dice Prandelli -. Non so se sia maggiore o minore di quella dei «bond» sui listini delle Borse, è un punto di vista che non avevo considerato. Semmai, dalla mia prospettiva la differenza è di cultura calcistica: per questo mi intriga il confronto. Anche se rispetto a loro siamo ancora molto indietro».
Lo sa benissimo Giuseppe Rossi, il cui lessico tradisce la sua militanza di lungo corso al Villarreal. «Loro hanno già dimostrato di essere i più forti al mondo, ma noi faremo di tutto per dimostrare che quest’Italia sa farsi valere». Tradotto, in casa azzurra non si temono figuracce domani sera a Bari. Dove Pepito («in questo momento la verà novità di questa nazionale», sottolinea Prandelli) sarà titolare in attacco insieme ad Antonio Cassano, che nella sua città potrebbe disputare l’ultima partita in azzurro. Da settembre spazio a chi gioca di più, è il messaggio trasmesso dal ct. E Fantantonio nel Milan non sembra considerato.

«Consigli non gliene do - dice Prandelli, consapevole che l’attaccante non accetta volentieri l’ipotesi di lasciare il Milan -. È in grado di decidere da solo». Così come De Rossi, tornato ieri in azzurro, ormai propenso a sposare il progetto della Roma a stelle e strisce.

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