I campioni del mondo della Spagna al giro di boa della sua avventura da ct azzurro. La fase due della nazionale di Cesare Prandelli parte con un avversario di prestigio che ha acceso linteresse di Bari (stasera 45mila presenze al San Nicola). Tanta acqua è passata sotto i ponti dal debutto di un anno fa, quando allUpton Park di Londra Prandelli prese due schiaffoni dalla Costa dAvorio. Allora i capisaldi del progetto erano Cassano e Balotelli, oggi i riflettori sono puntati su «Pepito» Rossi.
Così, dopo i nuovi elogi per lattaccante del Villarreal, arriva qualche bacchettata per la coppia di talenti un po «sopportati» nel gruppo azzurro. «Non sono stufo di Balotelli, però deve far parlare di lui in campo e non fuori», il messaggio del ct al calciatore del City, «spernacchiato» in questi giorni dai tabloid inglesi. A Bari sarà spettatore, almeno allinizio. Nel suo vecchio stadio e con il suo amato 10 sarà invece in campo Fantantonio, in caduta libera nel borsino degli attaccanti ma «utile» alla causa azzurra contro la Spagna. «Ha unora di autonomia ad alto livello - dice Prandelli dellappesantito barese -. Ho scelto lui e Rossi per non dare punti di riferimento agli avversari. Antonio è consapevole dellimportanza della partita per di più giocata davanti alla sua gente. Se è un fenomeno? Per me un fenomeno è uno che gioca 10 anni con un rendimento straordinario, Cassano è un ottimo giocatore». La sensazione è che senza un adeguato rendimento, entrambi rischino la chiamata per Euro 2012.
Spegnere la prima candelina azzurra con la Spagna, con il piccolo scivolone di Coverciano con lapertura delle porte della casa azzurra agli ultras viola («se serve posso chiedere scusa alla Fiorentina, ma credo che si stia esagerando», cerca di chiudere il discorso il ct), e cambiare pelle alla sua Nazionale. Rispetto a un anno fa, solo tre titolari confermati (Chiellini, De Rossi e il già citato Cassano), la promozione sul campo di Pepito, larrivo nel gruppo di Thiago Motta - stasera nellundici di partenza nonostante qualche acciacco - e il dubbio tra Aquilani e Montolivo (legato alle condizioni dellinterista) per il ruolo di trequartista. Scelte che testimoniano che lItalia scenderà in campo allinsegna della tecnica e del gioco dattacco. Proprio sullesempio degli avversari.
Ma molto è cambiato nella storia azzurra anche dallultima sfida con le Furie Rosse, quella di Vienna del giugno 2008 che ci costò la semifinale dellEuropeo e che segnò la fine dellera Donadoni sulla panchina dellItalia. «I rigori di quella partita sono stati la svolta della nostra Nazionale - dice il capitano della Spagna Casillas -. Battemmo i campioni del mondo in carica e ci togliemmo un peso. Era come aver cacciato un urlo liberatorio, da allora è girata la sorte e non è stata più la nostra storia». Chissà ancora per quanto, visto il predominio della Spagna nel calcio mondiale: campioni europei e iridati con i più grandi, ma padroni anche tra i babies con lUnder 19 e 21 e nella top eight del Mondiale Under 20.
«Loro giocano da molto tempo insieme, noi stiamo cercando di arrivare al loro livello sul piano dellaffiatamento e degli automatismi - così Prandelli -. Se cè il rischio di una batosta? Quando giochi con i campioni del mondo cè sempre, ma noi crediamo di poter fare una buona gara, con coraggio e personalità. Ricopiare il modello spagnolo, tipo quello del Barcellona, è impossibile. È una questione di cultura sportiva, da noi conta sempre il risultato. Ma vogliamo fare risultati attraverso il bel gioco».
Il minimo comune denominatore con lItalia resta così quello finanziario, con i venti di crisi economica che soffiano anche dalle parti di Madrid. «Paesi a rischio? La crisi è mondiale, la sentiamo anche noi, lo sport un po meno, per fortuna il calcio non ha bisogno di riscattare alcun debito...», così il ct spagnolo Del Bosque. La sua nazionale fa i conti con il «Clasico» Real-Barcellona di Supercoppa alle porte e i sospetti delle assenze «pilotate» di Sergio Ramos e Xavi (mancheranno anche Fabregas e Puyol).
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