Prandelli tira freccette a Balotelli: «Noia? Mi telefoni»

Nella caccia al nuovo bomber azzurro, le quotazioni di Mario Balotelli continuano a crollare miseramente. L’ultima bravata di Mad Mario (come lo definiscono gli attenti tabloid inglesi) non è piaciuta al ct Prandelli. Che lancia un chiaro messaggio all’attaccante: «Con certi comportamenti fa male a se stesso, in nazionale voglio giocatori responsabili, ora ha due mesi di tempo per dimostrare di essere maturo per la nazionale».
L’entrata da kung fu su Popov nel match di Europa League, il litigio in un locale di Manchester, il lancio di freccette ai ragazzi della Primavera del City con la disarmante spiegazione della «noia». Un crescendo di episodi che non regala rimpianti a Prandelli per l’esclusione. Anzi, la pazienza del ct - e della Federcalcio - sta scemando, così come il tempo a disposizione del calciatore per fargli cambiare idea. «Se la prossima volta si sente annoiato, alzi il telefono e parliamo di qualche argomento...», la bacchettata di Prandelli, non più disponibile a digitare lui per primo i numeri del telefonino. Nonostante la richiesta di aiuto giuntagli dall’ex punta dell’Inter.
Così l’iniziale idea tattica incentrata su Cassano-Balotelli è per ora accantonata. Non tanto per lo scartamento ridotto di Fantantonio («Lui resta al centro del mio progetto, anche se nessuno è titolare: sa di aver bisogno di continuità di gioco per trovare la forma, ora dà quel che può», il pensiero del ct che lo terrà in panchina anche in vista del derby milanese), quanto per le «balotellate» dell’italo-ghanese. «Sarà il campo a dirmi se è maturo per l’azzurro, il resto è qualcosa che dà fastidio», l’amara considerazione del ct. Che nel caso di Super Mario va anche oltre: «Situazioni del genere sono già capitate in passato con altri giocatori, poi basta una bella partita per far cambiare idea. Ma ho paura che i comportamenti fuori dal campo condizionino giudizi e prestazioni. Volevo chiamarlo per Kiev, poi i giocatori già presenti mi hanno dato tutti la disponibilità a restare, come facevo? I comportamenti sono imprenscindibili».
La valigia di Balotelli rischia di tornare presto in Italia (anche Mancini sembra stufo delle sue bravate), ma non a Coverciano. Quella di Giuseppe Rossi, invece, rischia di restare ancora parecchio nella Liga. Stasera contro l’Ucraina (orfana di Shevchenko) a Kiev - una sorta di antipasto nella terra dove si giocherà il prossimo europeo che l’Italia ha quasi in tasca - toccherà a lui, l’«americano» azzurro, il volto pulito in antitesi con quello da gioventù bruciata di Balotelli. In Spagna faticano a non crederlo titolare nella nostra nazionale. Lo sarà oggi per la decima volta con la maglia azzurra (solo un gol dei 4 segnati con l’Italia quando è stato schierato nell’undici di partenza), un’occasione per guadagnare terreno nel borsino delle punte. «Rossi fa le cose giuste, sa trovare il gol, ha raggiunto serenità ed equilibrio: ora porti anche in nazionale la personalità dimostrata col Villarreal e in allenamento», sottolinea Prandelli.
Che prima di volare in Ucraina annuncia l’attesa rivoluzione rispetto alla Slovenia.

Sette novità nella formazione titolare, a cominciare dal portiere Viviano, fuori tutti i possibili protagonisti della stracittadina di Milano, pochi cambi a centrocampo («a Kiev vorrei cancellare la parola amichevole e ripartire da quell’idea di gioco», così il ct), due juventini confermati dopo Lubiana ed esperimento Aquilani più avanzato («ma non trequartista»), Gilardino - onorato di indossare la fascia di capitano - partner di Rossi in attacco (il viola non era titolare da settembre, Italia-Far Oer a Firenze, quando segnò anche un gol). Sarà l’ultimo appuntamento prima di rivedersi a giugno per la partita con l’Estonia. E chissà se Balotelli, a tempo quasi scaduto, avrà smesso di bruciare la sua gioventù.

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