Pratica del chioccolo tornano le polemiche

Pubblichiamo un articolo inviatoci dall’ufficio stampa dell’Anuu Migratoristi. «Sul periodico di Slow Food è apparso un articolo di Anna Mannucci sui chioccolatori. Tale fatto potrebbe solleticare l'amor proprio degli appassionati perché è inusuale innanzitutto che di questo argomento tratti qualcuno che non è addetto ai lavori e, in secondo luogo, che ciò avvenga su una rivista non specializzata. Però una breve analisi lascia trasparire l'intento della giornalista: criticare in maniera tagliente e sarcastica non solo il chioccolo, ma soprattutto la Pro Loco di Sacile, “rea” di averne organizzato il primo corso ufficiale italiano e l'Anuu Migratoristi che lo ha sponsorizzato, definendola “l'associazione dei cacciatori che ammazzano la fauna migratoria”. Scandalo! I cacciatori al lavoro per tenere viva una tradizione che ha per scopo “attirare gli uccelli: e non per studiarli, come fanno i moderni birdwatchers, bensì per mangiarli, per esempio nella tipica ricetta con la polenta”.
«Torniamo così all'epoca del più bieco oscurantismo animalista dello scorso secolo, quando i “militanti” andavano per sagre e fiere venatorie a far danni materiali, attaccando con inaudita violenza verbale espositori e visitatori. Certo, oggi le parole utilizzate sono molto più discrete e sottilmente ironiche, i toni assai meno aspri, ma ciò non muta la sostanza che vi è sottesa: l'insofferenza e l'astio, per non dire l'odio, per chi non concorda con la tesi che tra uomo e animali (anzi, tra uomo e altri animali) non vi sono disparità di diritti. Non a caso, la giornalista cita in un paio di passaggi i pareri di un esponente della Lac, associazione che ha fatto della lotta contro la caccia il proprio fine statutario.
«Viene inoltre tirata in ballo l'uccellagione, per un consueto quanto consunto collegamento d'idee. Ma allora, viene da domandarsi se a costoro non dia fastidio persino l'idea che possano esistere persone capaci di imitare il canto degli uccelli che hanno anche riscosso in tempi molto recenti un enorme successo esibendosi a livello europeo davanti ad autorità, politici, dirigenti, funzionari e cittadini dell'Ue e dei governi degli Stati membri.

Evidentemente, è molto più spontaneo il senso di stupore e ammirazione letto sui volti di uomini e donne britannici, olandesi, tedeschi, belgi, scandinavi, spagnoli, greci, polacchi, che non la critica anacronistica dei nostrani avversatori di ciò che semplicemente non comprendono. Una differenza non irrilevante, ma anche di questo è fatta la nostra bella Europa.»

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