Prato trova soldi ma rischia i libri in tribunale

L’incasso dalla vendita della quota Air France e da crediti d’imposta

da Milano

«Il cda ha convenuto di attendere l’esito del confronto con le parti sociali prima di assumere determinazioni in ordine alle prospettive della società». Si chiude con questa parole sinistre, che evocano la richiesta di amministrazione straordinaria, il comunicato diffuso da Alitalia nella serata di ieri, dopo un consiglio prolungatosi per quasi sette ore. Lunedì, dunque, è la data cruciale. Il cda non esclude una proroga del termine dopo il 31 marzo, ma prenderà la decisione in extremis, lunedì stesso, se ci sarà «fumus» per un accordo.
Intanto la situazione economico finanziaria della società è sempre più drammatica, e gli amministratori raschiano il barile per dare ossigeno alle casse. La liquidità, nel solo mese di febbraio, si è contratta da 282 a 180 milioni di euro, con una riduzione-record di 102 milioni (meno 36,2%); a questi ritmi c’è denaro per poco più di un mese. L’indebitamento netto del gruppo è parallelamente cresciuto di 88 milioni (più 6,9%), portandosi a quota 1.368 milioni.
In soccorso dell’Alitalia è venuta l’Agenzia delle Entrate, che ha comunicato che entro il 31 marzo sarà disposto il pagamento di rimborsi di crediti d’imposta per un importo di 69 milioni di euro. E in soccorso delle casse, il cda ha preso una decisione straordinaria: quella di vendere in Borsa - l’operazione è stata effettuata giovedì 27 - la partecipazione detenuta in Air France-Klm, che ha fruttato circa 79 milioni di euro. Operazione - come sottolinea il comunicato della compagnia - già prevista dal piano del settembre scorso e confermata nel budget 2008. Resta un piccolo mistero: nel bilancio relativo al 2006 - ultimo documento ufficiale disponibile - la partecipazione risultava in Air France (e non nella holding Air France-Klm), ed era contabilizzata per 140 milioni. Ricordiamo che lo scambio azionario del 2% tra Parigi e Roma era avvenuto nel 2002, prima che nascesse la holding Air France-Klm.
La «sorpresa» fiscale e la cessione di tali azioni hanno permesso di recuperare 148 milioni di euro. Il tracollo è rinviato, ma non di molto. La scadenza della trattativa con Air France era stata posta al 31 marzo proprio in considerazione della criticità finanziaria e della necessità di ricorrere a un prestito ponte «per consentire la sostenibilità operativa della gestione».
La situazione, a questo punto, si può così sintetizzare. Dopo le trattative sotterranee del fine settimana, lunedì l’incontro sindacati-compagnie sarà determinante.

Se emergerà la volontà di proseguire in un confronto, e di dare il via ai cinque tavoli tecnici di trattativa (uno per ciascuna categoria di lavoratori), il cda ne prenderà atto, e deciderà quel «contenuto slittamento» dei termini valutato nella riunione di ieri; tale volontà sarà anche il presupposto per la richiesta di un prestito. In caso contrario, se lunedì dovesse esserci la rottura, la scadenza posta da Air France sarà lasciata spirare e il cda, come detto, assumerà le conseguenti «determinazioni in ordine alle prospettive della società».

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