Roma - "Auguri di buon lavoro al segretario Ferrero, ma ritengo che abbia vinto chi ha avuto le posizioni più estreme, più lontane da una cultura riformista". Il leader democratico, Walter Veltroni, guarda alle conclusione del congresso Prc sottolineando che "le posizioni più dialoganti sono state sconfitte e questo conferma la nostra scelta di partito a vocazione maggioritaria" e la necessità di avere "alleanze programmatiche".
Una preoccupazione che Nicola Latorre traduce in termini più operativi: "Quel che è veramente grave - ammonisce infatti il vicepresidente dei senatori Pd - è che viene negata la possibilità di portare la sinistra radicale in una sinistra di governo. E questa impostazione pone un problema serio non tanto rispetto all’alleanza con il Pd, visto che non ci sono elezioni politiche in vista, ma rispetto alle esperienze di governo locale". Un tema sul quale si fa sentire, da una posizione diversa, l’Udc. Pier Ferdinando Casini ricorda che "siamo in Parlamento per la nostra forza elettorale e non dobbiamo ringraziare nessuno. Questo ci lascia assolutamente liberi di fare scelte, anche attraverso la promozione di liste civiche, con l’occhio rivolto soprattutto ai bisogni delle collettività locali".
Certo, lo stesso leader Udc rileva che "non abbiamo la vocazione a stare all’opposizione a vita ma decidere oggi tra Pdl o Pd mi sembra fuorviante". La stessa lunghezza d’onda sulla quale è ancora Veltroni a chiarire i pezzi sulla scacchiera: "Noi pensiamo a noi stessi.
Le alleanze non si faranno con il giochino delle sigle, ma si valuteranno sui contenuti di innovazione riformista. In questo momento dobbiamo pensare a consolidare la fisionomia di un’opposizione riformista, dobbiamo coltivare la nostra identità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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