Precari, Cobas fuori dalla trattativa

L’emergenza finanziaria che attanaglia la sanità regionale rende ogni giorno più problematica la questione legata agli interinali. Se da un lato i dati ufficiali della «Pisana» parlano di 5.800 lavoratori a tempo, dall’altro si teme che all’appello ne manchino all’incirca 3mila. Difficile pensare che oggi, in occasione dell’assemblea regionale dei precari della sanità, si possa arrivare a una soluzione in grado di far contenti tutti. Ancor di più se al tavolo della concertazione non sono nemmeno ospiti coloro che, con la loro caparbietà, hanno fatto in modo che si accendessero i riflettori su questa situazione ormai al limite dell’inverosimile. In particolare il Cobas e il Coordinamento dei precari del Lazio. La legge regionale sulle norme destinate al personale precario del servizio sanitario, infatti, è figlia delle loro insistenze.
Conclusa la prima fase di monitoraggio, la legge passa allo stato operativo. Si tratta d’indicare adesso quali sono le misure da adottare per porre rimedio al problema del lavoro ad interim, conseguenza del processo di esternalizzazione che ha investito policlinici, aziende ospedaliere e istituti di ricovero. Strano perciò che una volta giunto il momento di prendere le decisioni e di fare le scelte che contano manchino all’appuntamento i principali promotori di questa iniziativa. Solo pochi giorni fa il Cobas e il Coordinamento dei precari avevano chiesto per l’appunto di poter partecipare alla riunione, così da verificare i dati dei monitoraggi e vagliare assieme agli altri ogni singola situazione, a cominciare da quella del Sant’Andrea. Ma non c’è stato niente da fare. Alla discussione sono state invitate le tre sigle confederali e gli altri sindacati firmatari di contratto mentre il Cobas, che eppure era sempre stato presente ai tavoli precedenti, si è visto inspiegabilmente tagliato fuori.


L’impressione suscitata, almeno a giudicare dai mugugni provenienti dagli esponenti del Coordinamento, è che alla Regione non interessi parlare coi diretti interessati. E c’è chi è arrivato a minacciare uno sciopero dei lavoratori interinali.

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