La première dame piantagrane a un passo dal licenziamento

Frasi al vetriolo dell’editore Lagardère, per il quale Valérie lavora da oltre 20 anni come giornalista: "Volevo la sua testa, poi è intervenuto il presidente..."

«Non una vera première dame », ma una piantagrane, «una bomba disinnescata». La legge del con­trappasso dantesco si abbatte su Valérie Trierweiler proprio nel momento in cui la first lady francese se ne sta chiusa in un silenzio forzato, o meglio forzoso - un diktat impostole da Hollande? - proprio mentre la compagna del presidente è ormai un passo indietro rispetto alla vita pubblica di lui. Eppure, come sempre più spesso accade nella Francia degli intrecci mediatico- politico- amorosi, a tirarla per la giacchetta facendola tornare - suo malgrado- sotto i riflettori, è la biografia in uscita oggi sul suo editore, fra gli uomini più ricchi e potenti di Francia: «Arnaud Lagardère, l'erede che voleva vivere la sua vita», della giornalista Jacqueline Rémy.

Le dichiarazioni su Valérie risalgono al mese di giugno, ma sono sufficienti a mandare all'aria l'operazione sobrietà in corso all'Eliseo. Quando si fa il nome della first lady che da oltre vent' anni lavora per Paris Match - edito dal gruppo Lagardère, e settimanale su cui ancora oggi la Trierweiler tiene una rubrica nelle pagine culturali che ha provocato non poche polemiche - quando cioè la giornalista chiede all'editore se avere la first lady in redazione sia positivo, il patron della testata sembra saltare sulla sedia: «Stai scherzando? Finora non ha provocato altro che guai». Una battuta che, seppur frutto di una posa probabilmente scontata o studiata - finisce per relegare la figura della première dame a quella di piantagra­ne. E che si somma a un retroscena ancor più velenoso rivelato dall’editore amico «fraterno» di Sarkozycome lui stesso si definisce nella biografia - ma inevitabilmente vicino a tutta la politica francese. Lagardère racconta della sua volontà di mettere alla porta la giornalista entro la fine dell'anno per evitare un conflitto di interessi dopo l'elezione di Hollande.

D'altra parte, durante la campagna elettorale, madame Trierweiler si era infuriata per la copertina «sessista» dedicata a lei e al compagno in odor di Eliseo senza alcun preavviso. E aveva minacciato: «Non faremo più alcun servizio col gruppo ». Ma ecco la rivelazione. Lagardèresarebbe tornato sui suoi passi non solo per il rischio boicottaggio da parte della nuova coppia presidenziale ma soprattutto per l'intervento del neopresidente in persona: «Il capo dello Stato avrebbe spiegato che (Valérie, ndr ) non era veramente première dame». Un colpo durissimo per l'orgoglio della compagna. Tanto più duro perché arrivato proprio dal presidente, seppur a fin di bene, cioè per fare in modo che la compagna tenesse il suo lavoro. Una dichiarazione che in poche battute sminuisce il ruolo pubblico e privato della Trierweiler.

Ed ecco tornare la legge del contrappasso. L’immagine della giornalista affermata, di grande fama e grande fiuto politico- che ha conosciuto Hollande proprio mentre copriva le cronache del Partito socialista- la donna che una volta approdata all’Eliseo avrebbe dovuto conoscere e districarsi nel paludato mondo dei media e della politica, finisce schiacciata dalle dichiarazioni private del suo compagno - chiamatelo se volete, gossip politico - rilanciate e amplificate dall’ambiente nel quale ha navigato per almeno un quarto di secolo. Messa all’angolo peggio di una outsider come l’ex first lady Carla Bruni, che oggi può permettersi il lusso di tornare alla sua musica e stare lontana dalle beghe di palazzo. Ed ecco l’ultima batosta per madame Trierweiler: descritta co­me una donna «che fa fatica a trattenere i suoi stati d’animo » e che è considerata-spiega l’autrice del libro senza citazioni testuali - una «bomba disinnescata» dai vertici del gruppo editoriale per il quale la first lady ancora lavora e dall’entourage dello stesso presidente.

Quanto basta perché la prima giornalista salita all’Eliseo perisca come una comparsa qualsiasi sotto i colpi della stampa e dell’editoria di cui un tempo era protagonista.

Le dure frecciate che arrivano oggi rischiano di far ancora più male dell’ultima sparata antipremière dame , quella che nel libro «Entre deux feux», in cui si racconta di una presunta relazione parallela tra lei, Hollande e un ex ministro di centrodestra sposato, la de­scrive come «un cocktail di gelosia, vendetta e calcolo politico». Se così fosse, i conti negli ultimi tempi proprio non tornano.

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