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Premiata in Pennsylvania la scienziata Ilaria Capua, «un cervello non in fuga»

La scienziata dirige un gruppo di lavoro presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Dall'aviaria ai vaccini, il prestigioso curriculum ricordato da una nota del ministro dei Beni culturali, Giancarlo Galan, spazia nel campo della prevenzione delle malattie negli animali, che minano anche la salute dell'uomo

È stata premiata negli States con uno dei più alti riconoscimenti scientifici solo pochi giorni fa. È un cervello per fortuna non in fuga, che dà onore all'Italia, alla sua ricerca, alla genialità associata al rigore metodologico.
Si chiama Ilaria Capua, e coordina un gruppo di studio all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Ha ricevuto dall'Università di Pennsylvania il premio internazionale Penn Vet Leadership in Animal Health Award 2011. Un'italiana che si fa onore e inorgoglisce il ministro dei Beni culturali, Giancarlo Galan, che la conosce da tempo. «Ho avuto il piacere e l'onore anni fa di conoscere in Veneto Ilaria Capua, una donna e una scienziata che da tempo convive con la più avanzata ricerca scientifica e con i premi più prestigiosi che le vengono attribuiti - ha dichiarato in una nota il ministro-. Questo riconoscimento le è stato dato perché la Capua svolge un ruolo di leadership a livello internazionale in un settore fondamentale qual è quello dello studio e delle conseguenti strategie per la salute degli animali che spesso, purtroppo, ha ricadute gravi anche per gli esseri umani».
«Il primo successo di Ilaria -ricorda il ministro- risale al 2000, quando sviluppò una corretta strategia di vaccinazione per l'influenza aviaria che permise il controllo della ma anche il mantenimento dei flussi di esportazione degli animali. La sua scelta oggi è stata fatta propria dalle principali organizzazioni internazionali e fa parte della legislazione Europea. In breve, questo "cervello italiano" ha vinto nel 2007 il premio Scientific American 50, nel 2008 il premio Revolutionary Mind, e nel 2009 il Premio Grande Ippocrate».
«Nel 2006 -ricorda ancora il numero uno del dicastero di via del Collegio Romano- con la sua decisione di sfidare il sistema e depositare la sequenza genetica del primo ceppo africano di influenza H5N1 in GenBank (un database «open access» ) e non in un database ad accesso limitato, Ilaria Capua diede inizio ad un dibattito internazionale sulla trasparenza dei dati che ha cambiato i meccanismi internazionali alla base dei piani prepandemici. Oggi, a distanza di 5 anni, l'Oms, la Fao e l'Oie promuovono e sostengono meccanismi di condivisione più efficienti e con un approccio interdisciplinare. In particolare - sottolinea Galan- la nostra scienziata è impegnata per il superamento delle barriere tra medicina umana e veterinaria, dato che non esiste salute umana distinta dalla salute animale e da un ambiente in grado di garantire ambedue».
«Il gruppo di lavoro diretto da Ilaria Capua - dice ancora Galan- e che rientra nelle attività dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie si occupa attualmente proprio delle malattie virali trasmissibili dagli animali all'uomo.

È un onore per l'Italia avvalersi delle qualità professionali di Ilaria Capua, che fino ad ora ha rifiutato gli inviti più gratificanti che le sono stati fatti da alcuni Paesi Europei ma soprattutto dagli Stati Uniti d'America».

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