MilanoSi chiamano Stati generali dellExpo e i milanesi si sono presentati a frotte nella sala della pallacorda formato 2015. Al teatro Dal Verme sfilano giovani, professionisti, rappresentanti della cultura e dellimpresa. A prendere appunti sul cahier des doléances, seduti dietro una scrivania come scolari diligenti, il sindaco Letizia Moratti, introdotta da un filmato girato con Red Ronnie, il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, che in sgargiante giacca arancio cita Marco Polo e un Expo «per il nuovo secolo», lamministratore delegato della società di gestione dellExpo 2015, Lucio Stanca.
Moratti legge i messaggi di Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato approva «lapertura al confronto tra le istituzioni». Il presidente del Consiglio definisce lExpo «un grande evento», ma soprattutto rassicura la città sugli stanziamenti, ulteriormente garantiti dal Cipe nella seduta di mercoledì scorso. Spiega il premier: «Gli investimenti nelle infrastrutture per lExpo sono parte essenziale del programma di governo». Inoltre Berlusconi sottolinea la portata economica della manifestazione: «Secondo le previsioni, dallExpo scaturirà un aumento del fatturato delle imprese lombarde di 44 miliardi di euro. Saranno 29 milioni i visitatori e si creeranno settantamila nuovi posti di lavoro». E ancora: «Come governo siamo impegnati a garantire i fondi necessari alla migliore realizzazione delliniziativa».
Formigoni definisce gli Stati generali «unagorà di democrazia». Completa il quadro Letizia Moratti, che ricorda come lExpo sia un volano per leconomia dellintero Paese: «Con lExpo abbiamo tre obiettivi e cioè la valorizzazione economica di Milano, la crescita economica del sistema Italia e la valorizzazione di Milano e dellItalia in una dimensione anche culturale e sociale». Il sindaco si dice totalmente soddisfatta delle garanzie arrivate con la lettera firmata da Silvio Berlusconi: «Sono assolutamente tranquilla sui fondi. E ritengo il messaggio del presidente del Consiglio importantissimo perché valorizza lExpo come un grande evento». La Moratti ne approfitta per garantire che intende gestire la questione da sindaco fino al 2015. Non ricandidarsi? «Non è così. Il mio impegno per Milano è totale ed essendo totale non ha limiti di tempo».
Parlano decine e decine di persone. Il tempo è contingentato, cinque minuti scanditi su un monitor che sembra la clessidra dei quiz in tv. Sforano quasi tutti, a parte pochissimi virtuosi della sintesi come don Mazzi di Exodus, la presidente del Tribunale, Livia Pomodoro, il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. I giovani e i rappresentanti di imprese, organizzazioni, associazioni, sul palco per un giorno chiedono soprattutto più verde, meno inquinamento. «Abbattiamo le emissioni del quaranta per cento» azzarda qualcuno, «puntiamo a una città carbon free» suggerisce un altro, «alleviamo le piante antismog» è unulteriore proposta, tutte rigorosamente sostenute da piani di fattibilità.
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