Il premier: mai attaccato la Carta E con il Colle rapporti di cordialità

RomaNessun attacco alla Costituzione, che in ogni caso non è «intangibile». Nessun attacco al capo dello Stato, con cui avere «buoni rapporti» è «interesse» di Palazzo Chigi. Silvio Berlusconi smonta così il teorema «falso» del conflitto istituzionale con il Colle sul caso Englaro. E di primo mattino, a Panorama del giorno, ribadisce la sua posizione: «Né io né il governo abbiamo inteso attaccare chicchessia. La sinistra, per coprire divisioni interne su questa vicenda, mi ha accusato di aver attaccato il capo dello Stato e la Costituzione. Ma vorrei dirlo con precisione: niente di più falso».
La sua verità sulla Carta è un’altra: «Io semmai l’ho evocata e difesa, perché prevede che il governo abbia piena responsabilità di giudizio sulla necessità e sull’urgenza di un provvedimento». Detto questo, la Costituzione «non è un moloch intoccabile» e il suo articolo 138 «prevede la possibilità di modifiche». Non a caso, fa notare, «i cassetti del Parlamento sono pieni di progetti per cambiarla», messi a punto proprio da quella sinistra che «mistifica la realtà per nascondere la mancanza di progetti credibili».
Archiviata la questione Carta, il premier smentisce gli attriti con l’inquilino del Quirinale. Con Giorgio Napolitano, spiega, «ho sempre avuto una cordialità di rapporti che sono sicuro rimarrà tale». E poi, «il presidente del Consiglio non ha alcun interesse a non aver rapporti cordiali con il presidente della Repubblica». Nessuno scontro, dunque. E intanto, assicura, tornando sulla vicenda Eluana, «penso che in breve il Parlamento varerà una legge che, oltre a vietare qualsiasi forma di eutanasia, introducendo norme che io direi di civiltà per il testamento biologico, impedirà anche il ripetersi di un fatto per noi inaccettabile. Mi riferisco alla privazione dell’idratazione e dell’alimentazione a una persona che non sia in grado di provvedere a se stessa».
Dalla politica interna a quella estera. E, rispondendo a Maurizio Belpietro, il Cavaliere si sofferma su uno dei punti affrontati nella conversazione telefonica avuta mercoledì con Barack Obama. Così, Berlusconi ricorda che l’Italia è pronta a «dare una mano» alla presidenza Usa sul versante Afghanistan. «Come tutti sanno - dichiara - Obama ha intenzione di rafforzarne la presenza con trentamila soldati in più e ha chiesto agli alleati di dare una mano. Noi non ci tireremo indietro. Nei prossimi mesi ci sono le elezioni e tutti devono concorrere affinché le votazioni siano sicure e democratiche». «Sono stato per oltre mezz’ora al telefono» con il presidente statunitense, riferisce poi il premier, «e ne ho riportato un’ottima impressione, a conferma dei precedenti contatti». Obama, infatti, «è persona informata, conosce tutti i temi della politica internazionale molto bene, è un uomo che ragiona e lascia pensare che tutte le speranze riposte in lui possano trovare un seguito».
Si chiude con le Regionali in Sardegna, dove si voterà domenica e lunedì. E Berlusconi torna a puntare l’indice contro Renato Soru, governatore uscente e dimissionario, in difesa del candidato del centrodestra, Ugo Cappellacci. «Soru ha messo la Sardegna in una gabbia, ha imprigionato l’isola con i suoi vincoli e divieti, provocando l’impoverimento dei sardi», afferma. L’esponente del Pd, aggiunge il presidente del Consiglio, «mi ha rivolto molte parole offensive e mi ha definito un colonizzatore della Sardegna. Io, invece, non ho mai insultato nessuno, ma ho sempre parlato di fatti certi e acclarati. Tra l’altro, dicendo questo, Soru ha commesso un doppio errore: mi ha insultato e ragiona come chi pensa che la Sardegna sia separata dall’Italia e non, come credo, una regione italiana importante, collocata in una posizione strategica».
«Credo che il suo fallimento - prosegue il Cavaliere - si riassuma in poche cifre: 190mila disoccupati e oltre 300mila persone al di sotto della soglia di povertà». Quindi, «fallimento totale», come governatore, politico e imprenditore.

E, per rafforzare il concetto, il premier, che nel pomeriggio sarà a Cagliari per la chiusura della campagna elettorale, rimarca: «La scelta degli elettori è tra due visioni opposte». Da una parte quella di Cappellacci, che «propone un’isola aperta e propositiva». Dall’altra, invece, quella di Soru, «che propone un’isola chiusa in se stessa e senza alcuna prospettiva di sviluppo».

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