Il premier: "Non sono uomo di destra Fascismo? Basta vecchie ideologie"

"La ragione del consenso di cui godo è che le vecchie ideologie non contano più. Chi se ne fa portavoce è punito dal voto", spiega il premier al quotidiano "El Mundo". "Nessuno può pensare che io abbia reticenze sul fascismo". "Mi riconosco in pieno nei principi della Costituzione". Tremonti: l'Italia uscirà dalla crisi più forte

Il premier: "Non sono uomo di destra 
Fascismo? Basta vecchie ideologie"

Roma - "Io non sono un uomo di destra. La ragione del consenso di cui godo nel Paese è che le vecchie ideologie non contano più. Chi si ostina a farsene portavoce viene punito dal voto". E' quanto afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un'intervista al quotidiano spagnolo "El Mundo". Per quanto riguarda poi la sua posizione sul fascismo, il premier spiega: "Nessuno può pensare che io abbia reticenze riguardo al fascismo". "Mi riconosco in pieno nei principi della nostra Costituzione repubblicana - aggiunge - e li ho difesi in più occasioni. Le ricordo che la stessa Costituzione prevede le procedure di modifica per il suo adeguamento alle nuove esigenze dei tempi". "Piuttosto - conclude - non mi appassiona il dibattito sul passato. Gli italiani devono guardare avanti. Per troppo tempo in Italia siamo rimasti chiusi dentro una gabbia culturale, in una contrapposizione anacronistica tra fascismo e antifascismo".

"Consenso verso di me imbarazzante" "Con la crisi in corso un apprezzamento tra il 64 ed il 73% è francamente imbarazzante", aggiunge il premier. "Gli italiani hanno capito - spiega il premier - che questa crisi è globale, che non è una responsabilità del governo e che, anzi, stiamo facendo tutto il possibile in sintonia con gli amici europei per alleviarne gli effetti, per ridare fiducia alle famiglie e alle imprese e preparare la ripresa. Gli italiani mi conoscono da sempre. Hanno fiducia in me perché ero il più popolare e invidiato imprenditore e ho lasciato tutto per mettere a disposizione del mio Paese e dei miei concittadini la mia esperienza e le mie capacità. Erano stanchi delle chiacchiere della sinistra, volevano i fatti".

"La crisi dell'opposizione preoccupa" "La crisi dell'opposizione non può far piacere a nessuno. Anzi preoccupa. Il ruolo della minoranza - dice il premier - in una democrazia è essenziale e bisogna saperlo esercitare in modo costruttivo. Ma purtroppo la crisi dell'opposizione italiana sembra destinare a durare a lungo". Berlusconi spiega quali siano state le ragioni della crisi della sinistra: "Siamo stati noi - dice - ad avviare le riforme per cambiare l'Italia con un programma sociale tra i più avanzati. Al contrario i partiti della sinistra si sono arroccati in difesa dei privilegi, delle corporazioni e della vecchia politica, senza essere in grado di interpretare i bisogni di un paese che si è evoluto. Noi, invece - sottolinea il premier - abbiamo rilanciato il nucleare e la campagna contro l'assenteismo. La sinistra è tuttora soggetta al ricatto del fanatismo ambientalista, avrebbe perso altro tempo prezioso prima di mettere mano all'emergenza energetica del paese. Sotto il ricatto dei localismi, non avrebbe mai potuto risolvere il problema dei rifiuti. Sotto quello delle minoranza sindacali, non avrebbe mai accolto il criterio del merito nella pubblica amministrazione e nella scuola. Inoltre - secondo il premier - divisa al suo interno praticamente su tutto, non avrebbe mai avuto il coraggio di assumere decisioni importanti sui temi cruciali".

Il caso Mills e la Gandus "La presidente del collegio di quel Tribunale è una nota esponente di sinistra che si è espressa più volte contro le leggi del nostro governo", in questo modo Silvio Berlusconi ribadisce a "El Mundo" ribadisce la sua critica al giudice Nicoletta Gandus, presidente del collegio dei magistrati che ha condannato l'avvocato inglese David Mills per corruzione. E fa il punto sulla sua situazione giudiziaria. "Il dubbio sulla sua imparzialità - prosegue il premier - é legittimo". "Sono assolutamente certo di venire assolto quando il processo riprenderà".

"Purtroppo - aggiunge - una parte della magistratura italiana è politicizzata e ha usato e usa il proprio potere come arma di lotta politica contro gli avversari, in particolare contro l'unico esponente del centrodestra a poter prevalere sulla sinistra". "I giudici politicizzati della sinistra - afferma ancora Berlusconi - hanno persino tentato di ribaltare il risultato democratico riuscendovi nel 1994 con un'accusa da cui sono stato naturalmente assolto con formula piena dopo 10 anni di processi". E il premier ricorda dunque "solo pochi dati": "Dal '94 al 2006 ben 789 magistrati si sono occupati di Silvio Berlusconi con indagini e processi che hanno portato a 587 visite della polizia giudiziaria o della Gdf e a 2.550 udienze, piu' di un record mondiale". "Conclusione: sono sempre risultato innocente - conclude - perché fortunatamente i giudici imparziali sono ancora la maggioranza". 

Il lodo Alfano Il premier affronta anche la questione del Lodo Alfano spiegando che si tratta di una legge che "é nata da un'esigenza indicata dalla stessa Corte Costituzionale" di consentire alle più alte cariche dello Stato di svolgere appieno e con serenità il proprio importante mandato". "In Italia - prosegue - il principio del giusto processo prevede la piena partecipazione al dibattimento. In un processo che dura due o tre anni, con una cadenza di due o tre udienze la settimana, è praticamente impossibile partecipare e difendersi per coloro che svolgono alte ed impegnative funzioni istituzionali". "Il meccanismo dell'immunità - sottolinea Berlusconi - è ben noto in altri Paesi, compresa la Spagna, dove riguarda i parlamentari ed è molto più forte che in Italia, dove il processo viene soltanto sospeso. Nel merito, io non ho mai neppure conosciuto il signor Mills e sono assolutamente certo di venire assolto quando il processo riprenderà".

Biotestamento, "votare secondo coscienza" Sulla legge del "fine vita" i parlamentari del Pdl possono votare secondo coscienza, sottolinea il presidente del Consiglio. "Un governo democraticamente eletto - dice - ha il diritto e il dovere di prendere delle decisioni. La morale può essere soggettiva, la legge no. Soprattutto su temi fondamentali come quelli che implicano la vita e la morte, non si possono lasciare vuoti normativi, perché è in quel vuoto che nasce il problema. La magistratura - prosegue - a differenza del Parlamento, non ha il potere di fare leggi, ha invece l'onere e l'onore di applicarle. Se c'é un vuoto, il compito di colmarlo con una legge spetta al Parlamento. Ma poiché questa legge sul 'fine vita' in Italia non c'era, noi abbiamo naturalmente portato in Parlamento la nostra proposta, con la libertà per i nostri parlamentari di votare secondo coscienza. Vorrei ricordarle - sottolinea Berlusconi, rivolto al cronista - che nel caso di Eluana non è stata interrotta una cura, non si è messo fine ad un accanimento terapeutico.

Semplicemente a una donna malata si voleva togliere acqua e alimenti e di qui nasceva la necessità e l'urgenza di un provvedimento del governo che poi il Parlamento avrebbe approvato o respinto, e i magistrati applicato". 

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