Il premier sale al Quirinale C’è l’accordo coi Responsabili

RomaIn attesa dell’«ora della responsabilità», invocata da Berlusconi e Napolitano, intanto suona quella dei responsabili, ormai a un passo dall’ingresso nel governo. Il rimpasto dei sottosegretari, annuncia il premier al capo dello Stato, avverrà la settimana prossima.
Non basta la Libia. «Una scelta dolorosa - commenta il Cav con i suoi - , quando ho dato il via libera all’ingresso dell’Italia nella coalizione ho pensato di dimettermi. E anche stavolta ero tentato dal passo indietro». Non bastano i giudici, lo scarto della Lega, le frizioni con Tremonti. Non bastano nemmeno i tribunali di Milano: il Cavaliere si presenterà lunedì 2 maggio all’udienza preliminare sul caso Mediatrade e lunedì 9 al processo Mills. Adesso ci si mettono pure quelli di Ir. Delusi dalla lunga permanenza il freezer, battono un colpo verso il primo pomeriggio facendo mancare sei voti alla maggioranza mentre Montecitorio esamina il Def. Due sono in missione, gli altri quattro, Gianni, Pionati, Guzzanti e Siliquini, restano fuori dall’aula. Il messaggio per il Cav è chiaro: facci entrare nel governo, siamo stanchi di fare anticamera.
E così Silvio Berlusconi provvede: con quello che sta succedendo, ci manca solo di aprire un fronte pure con Ir. Nel pomeriggio il premier riceve a Palazzo Grazioli il capogruppo Luciano Sardelli e lo invita alla calma. «Siamo responsabili, non irresponsabili, prima di noi viene il rapporto con la Lega. Berlusconi ci ha fatto vedere quali sono i numeri del governo...», racconta Sardelli all’uscita. Pionati intanto annuncia un passo (tattico) indietro: «Veniamo considerati come dei lanzinecchi, ma invece abbiamo avuto uno scatto d’orgoglio e abbiamo approvato un documento in cui diciamo che per noi non è prioritario l’ingresso nella squadra».
Ma alle 18 Berlusconi sale sul Colle per concertare la linea sulla Libia e scansare pericolose trappole parlamentari. Il colloquio con Napolitano dura più di un’ora e c’è spazio pure per i responsabili. «Il presidente del Consiglio - si legge infatti nella nota diffusa dal Quirinale - ha preannunciato la prossima nomina di sottosegretari in sostituzione di quanti hanno lasciato la compagine governativa». Appuntamento a maggio. Le caselle vuote, abbandonate dai futuristi, sono dodici: tre viceministri e nove sottosegretari. Quattro sono destinate ai responsabili.
L’ingresso di Ir dovrebbe essere dunque ratificato la settimana ventura dal Consiglio dei ministri. Un mini-rimpasto, limitato nei numeri, per restare dentro i margini della legge Bassanini ed evitare un nuovo stop di Napolitano, che già una volta ha dovuto bloccare la promozione dei responsabili. Solo in un secondo tempo, se e quando il caso Lega rientrerà, il premier potrà procedere a una seconda infornata di sottosegretari con un disegno di legge ad hoc.
Ma questa tabella di marcia potrebbe ulteriormente slittare. Dentro Ir è infatti in corso una «riflessione» piuttosto dura per stabilire chi deve entrare. In bilico Francesco Pionati, che potrebbe essere sorpassato dalla Siliquini o dalla Bernini. Pionati difende la poltrona: «Anche nel Pdl c’è qualcuno che punta a qualche posto, ma Berlusconi è stato chiaro, prima si deve chiudere il capitolo dei responsabili».

E a complicare le cose c’è pure la ferita con il Carroccio, che il Cavaliere potrebbe ricucire offrendo ai leghisti un incarico da sottosegretario alla Farnesina, un modo per coinvolgere di più la Lega nella politica estera. In questo caso a traslocare sarebbe Enzo Scotti.

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